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Balconi
Come certi popoli si riconoscono di primo acchito per certi
caratteri somatici o per il colore della pelle, così alcuni luoghi geografici
o alcune città, hanno un loro inconfutabile biglietto da visita che è
quello delle loro caratteristiche architettoniche.
Per questo motivo Carducci - innamorato di Bologna, sua città adottiva
- la definiva "porticosa", creando un simpatico neologismo, atto a
sottolineare la grande ricchezza di portici del capoluogo emiliano. Parafrasando
il Poeta, qualcuno ha definito "balconosa" Badia, pare infatti che
questa piccola citta' bagnata da Adige e Adigetto, sia ricca in maniera particolare
di balconi e davanzali, veroni gentili che in primavera spesso appaiono fioriti,
quasi pensili giardini.
Questa caratteristica la accomuna a Lendinara e Rovigo, pure ricche di leggiadri
veroni con spalliere sempre bel lavorate, mai identici, mai monotoni, come se
questi prolungamenti di dimora verso l'esterno , volessero aggiungere una nota
in più, un utile ornamento alle case.
Se oggi i davanzali hanno una pura funzione estetica, un tempo - nei secoli
scorsi - erano una valvola di sfogo verso l'esterno, soprattutto per il mondo
femminile. Come avrebbe fatto a dialogare Giulietta con il suo Romeo, senza
la complicità di un verone? Shakespeare avrebbe avuto qualche difficoltà
a scrivere altrimenti la sua celebre tragedia. Le donne, fino al secolo scorso,
soprattutto nei ceti elevati, uscivano meno frequentemente sole per strada e
avevano così meno opportunità di incontrare corteggiatori ed innamorati.
Il balcone era dunque un complice salotto all'aperto per scambiare saluti ed
occhiate, era un luogo di ritrovo per "ciacole" anche rimbalzate da
un verone all'altro, insomma era un tramite per socializzare, uscire, pur restando
in casa, guardar fuori senza troppo compromettersi, non del tutto svelate da
rampicanti fioriti o folto fogliame nei vasi.
Oggi che il costume è cambiato e le donne vivono maggiori libertà,
i balconi restano anche nelle nuove costruzioni, più essenziali nella
forma, meno elaborati, più sobri nell'impianto. Sono ancora aperture
verso la luce dell'estate, proiezioni che interrompono la chiusura delle stanze.
Forse racchiudono un sottile messaggio freudiano, un invito alla comunicazione
che la terra polesana sa ancora intendere ed ascoltare, una voglia ostinata
di non rompere del tutto con il passato, magari tenendosi strettamente afferrati
proprio alla ringhiera di un balcone.
Grazia Giordani