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Carlo Castellaneta alla Repubblica Veneta
Non avrebbe proprio bisogno di presentazioni, poiché
anche ai lettori più distratti non sarà sfuggita la statura letteraria
di uno scrittore e giornalista della qualità del milanese, per nascita,
Carlo Castellaneta, di cui basterebbe ricordare Viaggio col padre(58);
Villa di delizia ('65); Progetti di allegria ('78); Una città per due
(81); L'età del desiderio ('90);Le donne di una vita ('93); la città
e gli inganni ('95); L'amore immaginario ('98), per avere un quadro
completo della sua capacità di scrittore attento alle proustiane "intermittenze
del cuore" e con l'orecchio proteso alle vibrazioni dell'anima.
Tracce dell'anima - per i tipi della Mondatori - si intitola appunto
la sua ultima fatica letteraria, un romanzo di coinvolgente pathos (e, quando
un autore riesce a farci letteralmente "patire" con lui le vicende
descritte, in termini teatrali si direbbe che "ha passato la ribalta",
ovvero la sua opera è giunta al cuore dei lettori); una storia inquietante
in quanto atta a spingerci ad un processo di immedesimazione.
La pagina non è mai affollata di personaggi. Castellaneta è uno
scrittore intimista, capace di fare romanzo con monologhi o duetti.
A grandi linee la trama: incontriamo subito il protagonista maschile, Lorenzo,
un attore di prosa di successo che ha un momento di acuta introflessione alla
ricerca della sua anima, e quindi Rossana, il suo struggente amore elusivo e
mutevole, per ragioni che indagheremo. Ai due protagonisti del duetto, si affiancano
comprimari di grande pregnanza psicologica, quali la prima moglie dell'attore,
Natalia, e soprattutto Sissi, una donna di rara generosità e schiettezza
che riuscirà a chiarire allo stesso Lorenzo qualche lato oscuro della
sua personalità.
Dicevamo un amore "elusivo e mutevole" - quello di Rossana per Lorenzo.
In effetti se io, da lettrice, ho provato istintiva simpatia per il protagonista
maschile e meno "comprensione"per Rossana, che mi è apparsa
molto legata al proprio tornaconto sentimentale, un motivo deve esserci. Procedendo
nella lettura mi sono chiesta quale fosse, e ne ho dedotto che dentro la figura
complessa di Lorenzo è racchiusa la centralità del romanzo, ovvero
la ricerca spasmodica della sfuggente "anima-laica", presenza-assenza
che perseguita il protagonista, e con essa il desiderium, la brama irrisolta
di raggiungere spiritualmente e fisicamente la donna amata, nella più
assoluta completezza, e il senso di colpa, e il "dubbio", pungolo
continuo nell'interiorità dell'attore.
Rossana è elusiva all'inizio, concede baci rubati - che non è
poi così difficile sottrarle - si dà negandosi; e, quando finalmente
si concede, in una ardente notte d'amore, non è del tutto chiaro se lo
faccia per pura pulsione amorosa o se vi concorra fortemente un senso di vendetta
nei confronti di Sergio, il marito regista, ampiamente fedifrago, eppure fortemente
carismatico nei suoi confronti.
È vero che Lorenzo non sa cogliere un momento di schiettezza dell'amata
che gli propone di confessare tutto al marito, ma questa è l'unica traccia
di amletico comportamento del protagonista maschile, innamorato della donna,
fino al raggiungimento di un'ossessione amorosa, martellante come la "goccia"nel
famoso preludio di Chopin.
L'ossessione amorosa e quella sulle tracce dell'anima, camminano di pari passo
nel tessuto narrativo del romanzo, tanto che ci pare di sentire l'ansimare ansioso
di Lorenzo, forse all'unisono con quello dell'autore, in un continuo transfert
di sensazioni ed emozionati pensieri.
L'anima laica, così spasmodicamente cercata, avulsa da quella di agostiniana
memoria, ora è l'"angelica farfalla" che Dante cita nel Purgatorio
- e il suo fremito d'ali fa vibrare la pagina - ora è una "misteriosa
essenza" che fa trepidare, ora è un "eccesso di felicità
che punta verso l'infinito", ora è "un filo di voce",
un "fiato" da ànemos - appunto - che potrebbe essere
sfuggito dalle labbra dell'amata -, ora "la percezione di una totalità
che si riesce a trovare solo attraverso il sentimento", ora è una
"fitta dolorosa", un" bisbiglio", quindi una "scintilla
di luce" che "esiste solo se la si interroga".
Lorenzo indaga anche il dualismo tra "anima e coscienza" e pensa alla
commozione che si prova davanti ad un'opera d'arte, tale da farci sentire la
"presenza dell'anima"; anima potrebbe anche essere la "fine della
dicotomia tra carne e sentimento" che sempre lo ha lacerato, e quindi giunge
a pensare che la sua anima si sia dissolta dentro i tanti personaggi che ha
interpretato, che questa pluralità interpretativa l'abbia distrutta.
. A tratti l'anima del protagonista si fa cattiva, ghignante, motteggiatrice,
ma questo flatus vitae, nutrito dai sentimenti e dalle passioni che ha
vissuto, pur mutando volto, riaffiora presenza-assenza di inquietante consistenza.
E sembra farsi viva soprattutto nei momenti di estasi erotica o di lacerante
sofferenza, elusiva come una fata morgana, impalpabile come una seta invisibile.
Dicevamo che centralità del romanzo oltre alle ossessioni dell'anima
e del desiderio amoroso, è anche il senso di colpa del protagonista:
Lorenzo ha fatto soffrire terribilmente la moglie, Natalia, ha spinto una ragazza
all'aborto, per non assumersi la responsabilità di una paternità
non voluta.
Quello del senso di colpa è un tema classico nella letteratura mondiale,
basterebbe pensare a Dostoevskij e a Bulgakov, solo per scomodare due grandi
russi, ma Castellaneta non è scontato nell'affrontare un tema già
così noto, perché vi aggiunge la sua parola letteraria mai urlata,
il suo dire sussurrato: se fosse un pianista userebbe molto il pedale della
sordina: pochi personaggi ben scelti, nel suo romanzo; pochi strumenti in armonia,
nel suo concerto.
Anche la trovata del romanzo nel romanzo, già molto sfruttata da altri
autori e persino nel cinema da Truffaut, in lui con la trouvaille dei
dialoghi di Pinter recitati da Lorenzo e Reginella, verso l'epilogo della narrazione,
assume una significanza nuova: qui siamo di fronte al teatro nel romanzo, la
vis scenica regala una nota forte e innovatrice all'azione.
L'aspirante lettore si chiederà a questo punto: Lorenzo ha trovato in
fine questa benedetta anima e soprattutto ha conquistato stabilmente l'amore
di Rossana ?
Sarebbe arrecare un grave dispetto a Castellaneta, lo svelarvi questo enigma
che deve restare tale, anche perché un'anima ed un amore duraturo non
si comperano al supermercato e il dubbio è bene che resti, io non mi
prendo la responsabilità di scioglierlo
Prima però di scaricarlo tra le mani dell'autore, voglio dirvi che -
pur recensendo libri da oltre quindici anni per mestiere - raramente ho incontrato
un'opera che parlasse cosi intimamente al mio cuore, tanto da farmi sentire
come Madame Strass che - ricevendo capitolo per capitolo la Recherche
da Proust -, usava dire a se stessa: leggerò solo un quarto d'ora un
quarto d'ora ancora, non riuscendo a staccarsi dalla pagina. A me è capitato
lo stesso. Quindi devo mettervi in guardia: questo è un libro "pericoloso"
che vi allontanerà da ogni altro interesse, finche non avrete raggiunta
l'ultima pagina.
Grazia Giordani