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Che boiata quel "Grande Fratello"
Sebbene un pubblico più che mai folto abbia
dato segno di ammirare molto il "Grande fratello", imperversante da
settimane sui nostri teleschermi, raggiungendo persino il 35 per cento di share,
con ascolti record: quasi dieci milioni di spettatori, non possiamo esimerci
dal dissociarci dagli entusiasti di questa trasmissione.
Anzi - di più - uniformandoci a Paolo Villaggio, quando, protagonista
del famoso film in cui, già predisposto davanti alla TV per la partita
Italia-Inghilterra (corredato di birra formato famiglia, frittatona di cipolla
e rutto libero) viene interrotto dalla moglie con la notizia che dovrà
recarsi dai suoi datori di lavoro per assistere alla proiezione della "Corazzata
Potiomkin, e per nulla soddisfatto da quel capolavoro da cineteca, sollecitato
ad esprimere un giudizio, afferma: "è una cagata pazzesca",
ecco - dicevamo - uniformandoci a quel saggio ed icastico giudizio - questo
è quanto anche noi pensiamo di una trasmissione che più falsa
non potrebbe essere.
Siamo di fronte a una vieta imitazione dei programmi americani, ideati per un
popolo di gran lunga più superficiale del nostro. Dovrebbe essere un
programma-verità, in cui agiscono giovani qualsiasi, chiusi a vivere
in comunità, senza mezzi di comunicazione con l'esterno, senza animali
eccetto galline, che si autogestiscono, che legano o slegano fra loro, sotto
l'occhio implacabile di telecamere che li riprendono e registrano nel linguaggio
in qualsiasi momento.
Niente di più falso e costruito - dicevamo.
Intanto i giovani non sono qualsiasi ma tutti palestrati e "supermuscolati";
ragazzi e ragazze tutti piuttosto avvenenti: nessuno con i pedicelli o un inizio
di scoliosi.
L'episodio sessuale - se così lo possiamo definire - avviene sotto una
coperta (dove i due copulanti avrebbero potuto fare anche ben altro, come certamente
avranno fatto); le riprese della doccia con i protagonisti in costume da bagno,
ci sono parse abbastanza false e ad hoc.
Certo "Striscia la notizia" non si è fatta indietro nell'alimentare
i nostri sospetti di artificiosità della trasmissione, come nelle scorse
serate quando ha posto in evidenza il fatto per cui Lorenzo non avrebbe dovuto
sapere che il Torino aveva segnato un gol alla Sampdoria, visto che sono vietati
i contatti con l'esterno.
E ancora l'ironica trasmissione TV ha più volte posto in luce come i
protagonisti del "Grande fratello" si siano visti in altre trasmissioni
specialmente di pubblicità - trattandosi, quindi, di gente proveniente
dal mondo dello spettacolo e non di ragazzi della strada, come si vorrebbe far
credere.
Insomma, molta parte dei nostri connazionali si è lasciata prendere da
questa ondata di voyeurismo, disprezzando gli snobismi di Roberta, il machismo
di Lorenzo, partecipando alle lacrime di Marina - tenera geisha, formato nostrano
- che addirittura va ad accudire le galline come Lorenzo le aveva raccomandato
di fare; e lì ha liberato i pennuti, ha canticchiato e ha ripreso a piagnucolare
- attività questa - in cui ci è parso abbia dato prova di particolare
impegno.
In questa nostra idiosincrasia verso la trasmissione che stiamo stigmatizzando,
se non ci sposta di una virgola il parere favorevole di Veltroni, ci impensierirebbe
invece il giudizio positivo di Umberto Eco, se non ritrovassimo tranquillità
leggendo questa sua affermazione: "Ho visto un signore tatuato, in mutande
- afferma il grande autore de "Il nome della rosa" - che cuoceva un
uovo. Ho resistito un poco e poi ho trovato di meglio da fare. Però ogni
tanto si colgono squarci di psicologia italiana media che almeno possono interessare
i sociologi".
Qui sta il male. Perché non cercare di far fare un salto di qualità
all'italiano medio, cercando di dargli la possibilità di salire più
in alto?
Perché livellare in basso, accontentandoci della mediocrità?
Quali miglioramenti possono venire all'italiano medio sapendo che il surfista
Sergio si fa la ceretta, e che piange anche Maria Antonietta (la rima qui è
del tutto casuale), rischiando di rubare il primato di Marina?
E le scene del "confessionale"?
Dove uno vota contro l'altro in una gara di slealtà da fare invidia ai
più perfidi salotti?
Forse questa trasmissione ha successo perché la gente è sempre
più sola e guardando le smancerose vicende dei reclusi nella grande casa,
si illude di aver trovato dei virtuali amici. Letta in quest' ottica, la vicenda
diventa quasi patetica.
GRAZIA GIORDANI