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Emergenza obesi
Un'indagine dell'Istat lancia l'allarme.
Fortunatamente non siamo ai livelli americani: da noi, forse, nessun sindaco
penserebbe di mettere a dieta una città. Ma anche in Italia l'obesità
sta diventando un problema: negli ultimi 5 anni è aumentata del 25 per
cento. E oggi è quasi un italiano su dieci a soffrirne: complessivamente
quasi quattro milioni di persone, con prevalenza maschile.
Il peso della popolazione nostrana sembra aumentare, scendendo di latitudine
e di grado di istruzione. A contrapporsi all'eccesso di peso negli adulti, si
rileva il fatto che le ragazzine sono sempre troppo magre - adolescenti preanoressiche!
- , l'86 per cento quelle sottopeso su una percentuale nazionale che segna al
di sotto del peso normale soltanto 3,6 italiani su cento.
L'Istat ci regala anche la formula magica per il peso ideale, ovvero un numero
a due cifre: l'indice di massa corporea (Imc) e lo si ottiene dividendo il nostro
peso in (chilogrammi) per il quadrato della nostra altezza (in metri). Ci sono
quattro ipotesi di risultato. La prima, si è sottopeso: l'Imc è
inferiore a 18,5. La seconda, peso normale: il valore di Imc è compreso
tra 18,5 e 24,9. La terza, ovvero soprappeso: Imc: è superiore a 30.
La maggioranza di obesi in Italia ha più di 45 anni. E questo è
un bene, secondo gli allarmi dell'organizzazione mondiale della sanità:
infatti si devono preoccupare di più per la salute gli obesi che hanno
meno di 50 anni. Il nord-ovest, contrapposto al sud, con il suo 11,5 per cento,
presenta solo il 7,5 per cento di obesi. Tra gli adulti, con un titolo di studio
medio-alto (diploma o laurea) gli obesi sono circa il 4,5 per cento, mentre
sono addirittura il 15 per cento quelli con al massimo la quinta elementare.
E il fenomeno si accentua vedendo i dati al femminile.In particolare si rileva
che, per una donna con basso titolo di studio, il rischio di diventare obesa
è di trentaquattro volte superiore alla sua pari diplomata o laureata.
Legambiente non ha dubbi: passare dal letto al sedile dell'auto e alla sedia
dell'ufficio o alla poltrona antistante la TV, è la principale causa
dell'obesità.
Gli alimentaristi concordano e segnalano che bicicletta e passeggiatine - per
mezz'ora al giorno - allontanerebbero il rischio di ciccia in più.
Gli stacanovisti del volante, con maggior risultato di grasso in eccedenza,
sembrano essere i napoletani, seguiti dai romani, quindi dai bolognesi e dai
milanesi.
Almeno in questa "disdicevole" classifica, noi veneti e polesani non
brilliamo nei primi posti!
Le percentuali di obesi sono invariate per sesso. Ma, se si va a vedere nelle
tabelle del soprappeso, il rapporto cambia: sono il 42 per cento i maschi in
soprappeso, contro il 25,7 per cento delle donne. Perché le donne, quando
non arrivano all'obesità, sono sempre più attente al loro peso.
Secondo gli addetti ai lavori, per curare l'obesità, si dovrebbe riuscire
a ridurre chi ne è affetto in una persona capace di autogestirsi, insegnandole
un nuovo modo di alimentarsi. Il modello alimentare dovrebbe essere quello della
dieta mediterranea, nelle sue varie componenti, con prudenza per quanto riguarda
i grassi.
Altrettanto importante è organizzare la "giornata alimentare"
che deve prevedere: colazione, pranzo e cena, più due spuntini durante
la giornata.
Chi non mangia la mattina, mette in atto meccanismi di restrizione che costringono
l'organismo a lavorare in emergenza e - se arriva quasi digiuno alla cena -,
non avrà più freni a tavola perché al meccanismo di restrizione
si sostituisce quello di disinibizione.
I farmaci antiobesità possono essere di aiuto, se utilizzati in un programma
generale di rieducazione del paziente.
Si dovrebbe cominciare a scrivere, sul sacchetto delle patatine fritte, sui
vasetti di maionese e sulle confezioni di merendine : "Attenzione! Fanno
ingrassare
", un po' come si scrive, sul pacchetto di sigarette, che
fanno male alla salute.
GRAZIA GIORDANI