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GABRIELE D'ANNUNZIO A BADIA
Applaudita presentazione del libro al Museo "Baruffaldi"
Forse anche all'"orbo veggente", anzi certamente
anche a lui, a Gabriele D'Annunzio, uno fra i più grandi poeti e scrittori
nazionali del Novecento, sarebbe piaciuto il pomeriggio in suo onore che il
Museo dell'Aria e dello Spazio di San Pelagio ha saputo offrirgli, ospitato
dal badiese Museo "Baruffaldi". Nella preziosa e rarefatta atmosfera
della "quadreria", sita proprio all'ultimo piano, intitolata a Girolamo
Bonsignori, tenuti d'occhio - si fa per dire - dagli apostoli dell'Ultima Cena,
raffigurati nella tela dipinta appunto dal grande cinquecentista, gli ospiti
non solo padovani e badiesi (molti in divisa dell'aeronautica e fra questi il
colonnello Cocciolone) hanno ascoltato partecipi e, in chiusura, pronti al dibattito,
la presentazione del libro Gabriele D'Annunzio e il campo di volo di San
Pelagio (edito dal Vantaggio,pp.103, lire 35.000) relatori: il direttore
del Museo Dell'Aria Ricciarda Avesan e l'autore dell'opera Giorgio Evangelisti,
giornalista bolognese che ha al suo attivo una ricca produzione di pubblicazioni
di argomento aeronautico, oltre ad essere pilota di aeroplani e di alianti
Molto gradevole e densa di un aneddotica inedita e frizzante l'esposizione del
direttore che ha illustrato anche la morfologia e gli scopi del museo, nato
proprio nel luogo da cui è decollata la mitica impresa dannunziana del
volo su Vienna; più tecnica la presentazione del giornalista, fin da
bambino innamorato del volo.
Il volume tratta prevalentemente del volo su Vienna. Scritto con penna agile
e di interessante lettura, ci offre una full immersion storica, sfatando
pregiudizi e dando veritiera luce anche a fatti male interpretati o sconosciuti,
supportato da un ricco corredo fotografico che ci permette di vedere il "poeta
soldato" in divisa di ufficiale dei "Lancieri di Novara", nell'ottobre
del 1915 quando già studiava la fattibilità della sua miracolosa
impresa. Avremo modo di leggere come il Poeta vedeva il campo di volo di San
Pelagio (da cui, come abbiamo detto, è decollato l'aereo della sua storica
impresa): "...ecco il luogo altissimo - scriveva - ecco il luogo profondissimo
dove io abito, ecco il luogo segreto, mistico e ardente, dove io respiro".
Leggiamo che quando finalmente D'Annunzio ottenne dal Comando Supremo l'autorizzazione
al volo - con divieto assoluto dell'uso di armi o di esplosivi che potessero
danneggiare la capitale austriaca e i suoi abitanti (ed è questa nota
incruenta e pacifica che ci piace in particolare), dalla sua penna uscirono
le alate parole: "Rapidità. Rapidità gioiosa vittoria sopra
il triste peso, aerea febbre, sete di vento e di splendore moltiplicato spirito
nell'ossea mole. Rapidità, la prima nata nell'arco teso che si chiama
vita". Partecipiamo alle trepidazioni della "notte della vigilia",
seguendo la "vestizione" e la "partenza"; voliamo noi pure
sul cielo di Vienna; leggiamo i testi dei manifestini lanciati sull'asburgica
capitale; atterriamo a San Pelagio, contagiati da tanto reale e letterario coinvolgimento.
Leggiamo con interesse anche i ritratti dei protagonisti della mitica impresa,
attratti soprattutto dalla figura del badiese Aldo Finzi che fece parte della
squadriglia "La Serenissima" con la quale partecipò al volo
su Vienna, scelto per il suo grande coraggio. In seguito fu eletto deputato
e poi Sottosegretario di Stato per l'Interno e Vice Commissario per l'Aeronautica.
Nel '22 divenne innocente capro espiatorio del delitto Matteotti. Inviato al
confino per le sue critiche al "patto d'acciaio" tra Italia e Germania
e per il suo aperto dissenso con la politica del regime, dopo l'8 settembre,
fu fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944.
GRAZIA GIORDANI