Articoli e servizi culturali
I giorni della pietà
Espone a Rovigo Maurizio Barozzi
Ci sono artisti che fioriscono all’ombra,
senza arroganza, senza protagonismi, e questo è il caso del mantovano
Maurizio Barozzi, da molti anni trapiantato nel Polesine. Un pittore e scultore
di originalissima qualità, che Rovigo si appresta ad onorare –
sabato 12 aprile alle ore 17 - con una maximostra in uno dei luoghi più
elitari ed ambiti della città: la raffinata Chiesa di San Michele; con
il patrocinio della Provincia, del Comune e dell’Accademia dei Concordi.
I temi ricorrenti dell’arte barozziana – vero leit motiv del suo
dire artistico -: il Crocefisso e i clochard, trovano più che mai il
momento e l’ambientazione giusta negli spazi rodigini. Il tema dei “vinti”,
degli umiliati, così ossessivamente presente nelle sue pitture e sculture,
trae origine da reali esperienze del suo vissuto.
«Quando ero all’Accademia di Brera a Milano – sottolinea l’arista
– ero toccato e profondamente scosso dallo spettacolo di barboni che dormivano,
laceri, sulle panchine. Questo triste spettacolo è entrato in maniera
indelebile nella mia tavolozza, nella stessa misura della concezione di un Cristo-Uomo,
di un Redentore fortemente partecipe della nostra condizione umana.»
Un’ arte monodimensionale – quella di Barozzi, in pittura –
dove le figure sembrano vivere uno spazio aristotelico, un topos che ne limita
i corpi per enfatizzarli in scultura, regalando loro la tridimensionalità
della ricerca plastica.
Giancarlo Cappello – curatore della mostra - sapientemente sottolinea
come in questo artista «le piccole narrazioni di una imbarazzante e quotidiana
marginalità sociale si incontrano con la grande narrazione dell’evento
cruciale della nostra storia e della nostra cultura; allora il sacro si rispecchia
nel profano e il profano nel sacro ela riflessione si fa, etimologicamente e
concretamente, rispecchiamento di un tema nell’altro.»
Tormentati crocefissi, dipinti nel colore del sangue (e questi Cristi rossi
sono sempre più la cifra stilistica del nostro pittore) si alternano
a sinuose terrecotte, con particolare rilievo per un addolorato «Orto
degli Ulivi», opera di struggente pregnanza emotiva e di sintetica eleganza
plastica.
Un avvenimento composito – questa esposizione intitolata «I giorni
della Pietà» - che comprenderà un’esecuzione del Coro
di Gregoriano «Aurora soli previa»; la lettura dello «Stabat
mater nei giorni della passione» da parte del poeta Gianfranco Maretti,
conterraneo dell’artista, e – in chiusura – la presentazione
della mostra da parte di chi sta scrivendo per voi, ora, su queste colonne.
Nell’arco di tempo di apertura dell’esposizione (12 aprile-1 maggio
2003) si svolgeranno avvenimenti degni di rilievo, quali la conversazione del
critico d’arte Leobaldo Traniello, a titolo «La pietà nell’arte»
(martedì 15 aprile alle ore 17 per l’Università Popolare
Polesana e mercoledì 16 aprile alle ore 10,30 per gli studenti degli
Istituti Superiori) e, inoltre, durante il periodo di apertura, l’artista
realizzerà dal vivo una scultura sul tema della Pietà.
GRAZIA GIORDANI