Articoli e servizi culturali
IL CORRIERE DEL POLESINE
I890-1927
Un giornale, un'epoca, un territorio
Deve aver "gridato" veramente con voce molto
forte il nostro "Corriere del Polesine", se la sua eco in data 3 gennaio
1998 ha raggiunto le pagine culturali del "Corriere della Sera" -
il più importante quotidiano nazionale -, per la bella penna di Gaetano
Afeltra che trae spunto dalla mostra che Rovigo sta dedicando al glorioso quotidiano
rodigino, per scrivere un grande elzeviro in onore di Alberto Bergamini che
proprio nel giornale rodigino ha sperimentato la mitica terza pagina,
a cui si sono poi ispirati, amplificandola, i quotidiani nazionali. "Fu
nel 1905 - precisa in proposito Afeltra - che il "Corriere della Sera"
sviluppò l'idea di Bergamini e perfezionò la struttura della pagina
che ancora oggi è il modello di tutta la stampa italiana".
La rassegna dedicata al "Corriere del Polesine" - nata su suggerimento
dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto, con immediata accoglienza da parte dell'Accademia
dei Concordi e del suo presidente Alessandro Ubertone -, ha avuto una presentazione
alla grande in Sala degli Arazzi da parte del cattedrattico rodigino Giampalo
Romanato e del presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto e caporedattore
dell' "Arena" Michelangelo Bellinetti.
Romanato ha sottolineato la risalita, quasi una resurrezione sia economica che
culturale della nostra terra polesana - un tempo marchiata dall'etichetta di
"area depressa" -, non negando però la "diversità"
del Polesine, rispetto ad altri luoghi del Veneto, "diversità che
non è inferiorità" - ha precisato l'oratore - che ha esposto
un colto excursus storico-sociale, parlando della "boje", dell'emigrazione
oltreoceanica, delucidando al folto uditorio il clima in cui ha operato il "Corriere
del Polesine", "tipico giornale locale indice però di una società
che si sta articolando e segmentando, riflesso anche dell'emergere di gruppi
intellettuali".
Il "futurismo rodigino" (scapigliatura di provincia di cui si occupa
appunto il "Corriere"), figure quali Giacomo Sicchirollo (fautore
di 53 Casse Rurali), il fascismo, Giacomo Matteotti, l'anticlericalismo e il
clericalismo, il sincretismo tra Vangelo e rivoluzione, l'isolamento rodigino
superato nel primo ventennio del Novecento, sono stati gli argomenti posti in
luce da Romanato, rivisitati da acuto lettore dello storico quotidiano.
"Perché i quotidiani italiani hanno attualmente perduto un milione
e mezzo di copie?"- è stato il quesito in apertura dell'intervento
di Bellinetti, atto a sottolineare come i quotidiani "non rispondano attualmente
agli interrogativi primari, scaduti in qualità e contenuti". Proprio
questa carenza ha spinto il relatore ad un "momento di riflessione su uno
dei quotidiani più significativi, testimonianza di grande intelligenza
di un gruppo di proprietari agricoli che hanno saputo dare vita a un loro giornale,
rivolgendosi ad Alberto Bergamini, uno dei pilastri della "terza pagina",
qui provata e poi realizzata nel '900 a Roma".
Bellinetti ha ricordato "uomini, misure e idee", figure quali quelle
di Matteotti, Merlin, i fratelli Casalini e Ugo Maneo e ha sottolineato come
"un giornale, anche se morto continua a vivere. Sulle sue pagine infatti
scorrono via quelle che un tempo erano le cronache e che poi sono divenuti brandelli
della storia comune. Ed è soltanto attraverso le pagine di un vecchio
quotidiano che si può cogliere, al di là del tempo e degli accadimenti,
il tono di una città così come negli effetti viveva le sue giornate".
La mostra, aperta al pubblico fino al cadere di gennaio - curata da Isabella
Ledda -, docente di discipline umanistiche nel rodigino Liceo-Ginnasio "Celio",
è corredata di un prezioso catalogo a cura della "Minelliana"
che offre al lettore un'introduzione di Michelangelo Bellinetti che precisa
come il "Corriere" fu "agrario,, laico, liberale, tardivamente
interventista". "La mostra intende stimolare - prosegue il prefatore
- la curiosità e l'attenzione verso la nostra storia attraverso le cronache
del vecchio giornale polesano. E per facilitare l'incontro la mostra presenta
il "Corriere" lungo cinque momenti importanti: le lotte sindacali
del finire dell'Ottocento, il confronto sull'intervento italiano nella guerra
del 1915, la stagione dello scontro politico, la marcia su Roma e il delitto
Matteotti. Lungo quei momenti sfileranno fatti, personaggi, curiosità,
immagini".
Nel catalogo segue il pezzo di Gaetano Afeltra che dà grande spazio allo
scomparso Alberto Bergamini e di seguito il lettore incontra la puntuale relazione
di Isabella Ledda che precisa la valenza e i contenuti del "Corriere",
elencandone anche in sequenza cronologica i direttori: "Alla direzione
del giornale - scrive - si avvicendarono Cesare Chiusoli (fino al maggio 1891),
Ugo Maneo (dal maggio al luglio '91), Luigi Selli (fino al febbraio '93), Alberto
Bergamini [inventore della terza pagina ndr] (dal febbraio '93 al luglio '98),
Lucio Caracciolo D'Aquara (dall'aprile '24 alla fine del '25), Telesforo Lanzone
(fino alla fine).
Giampietro Berti tratta nel catalogo il tema dell'"Ideologia socialista
nel Polesine tra Ottocento/Novecento"; "Futurismo, interventismo,
fascismo" è illustrato da Michelangelo Bellinetti; "L'Arte
e la Cultura nelle pagine del Corriere del Polesine" è argomento
affidato alla penna di Sergio Garbato.
Il catalogo è arricchito da interessanti documenti e fotografie che ci
fanno "tuffare" dentro un quarantennio di vita rodigina e - in senso
più lato - nazionale.
La stampa ha dato grande rilievo a questo interessante avvenimento. Come abbiamo
detto, in esordio, si è mosso addirittura Afeltra, uno dei più
bei nomi del giornalismo culturale del "Corriere della Sera". Articoli
brillanti ed esaustivi sono comparsi sulla stampa locale, sul "Resto del
Carlino" e sul "Gazzettino" di Rovigo e un'intervista, uscita
dalla penna di chi collabora a queste colonne è comparsa sul quotidiano
veronese "L'Arena".
GRAZIA GIORDANI