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Un mondo di "giovani vecchi"
Ci sembrano particolarmente interessanti ed in
sintonia di questa nostra "Italia che cambia" - dai mutamenti della
quale non è esente nemmeno il Polesine, pur nella su notoria lentezza
ad adeguarsi - il pensiero del sociologo Francesco Alberoni che dedica una cura
puntigliosa ed ostinata alle problematiche dell'amore.
Questo sentimento - scrive il sociologo - "...fa la sua comparsa soltanto
qualche volta nella vita, come un uragano, come un vento. Ma si dimostra un'illusione.
Scomparsa la passione, l'altro ci appare per quello che è. A volte buono,
ma stupido, altre volte meschino, altre volte avido e infido. I rapporti tra
i due sessi sono cattivi. Molte donne sostengono che gli uomini sono prepotenti,
egoisti e infedeli. Meglio vivere sole. La vita di coppia - mi sussurrano gli
amici sessuologi - ha bisogno solo di intimità, di comprensione e di
un pizzico di infedeltà. Quanto ai giovani, non corrono più il
rischio di morire d'amore come Giulietta e Romeo. Insomma sembrano dire tutti,
non facciamo sogni, restiamo terra terra. Ciò che conta è avere
un lavoro, un po' di sesso e un po' di svago".
Questa constatazione "terragna" e molto realistica sembra addolorare
il nostro sociologo che la giudica nata da una società delusa dalle ideologie,
che non crede più nella patria e nella nazione, che non crede più
nel proletariato e nel suo compito di redimere il mondo, che non crede più
nella religione tradizionale.
Questa società disincantata - nell'ottica di Alberoni - avrebbe perso
anche la speranza nella possibilità di elevare i popoli del terzo mondo
e non crede più nel futuro del pianeta sempre più sovrappopolato
ed inquinato e che siè persuasa di non avere né mete né
valori di sorta.
Queste sono certamente parole di una società posata e saggia, tanto saggia
da fare apparire vecchi anche i giovani. Secondo il nostro sociologo, la vera
vecchiaia è la perdita della speranza nel futuro, pur vedendo, senza
paraocchi i limiti e le angustie del domani.
Insomma diventiamo vecchi - anche se ventenni - quando smettiamo di sognare
e non siamo più in grado di abbandonarci all'immaginazione, arricchendo
la nostra esistenza di altre esistenze possibili.
"Così è anche per l'amore - sostiene Alberoni - . A partire
dalla sua forma più semplice come attrazione sessuale. Come incontro
con una persona nuova, diversa ; contatto, fusione, sfida. Come avventura, come
infatuazione ardente, bruciante, eppure fragile. Infine come follia dell'innamoramento,
quando in una persona qualsiasi noi intravvediamo un valore infinito. Il riverbero
dell'assenza, dell'assoluto. Illusione ? Certo, ma anche realtà, perché
ogni essere umano, nel profondo, sa di essere unico e inconfondibile, sa di
essere un universo. La follia dell'amore è l'unica esperienza che ci
fa conoscere l'altro nello stesso modo".
GRAZIA GIORDANI