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Ventagli e crinoline. La belle Epoque si ammira a Rovigo

Perché a una città piccola come Rovigo sia dato far sentire la sua voce - altrimenti offuscata dalla notorietà delle più importanti consorelle venete -, da oltre un quinquennio a questa parte, è stata preziosa l’intelligente sinergia della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, del Comune e dell’Accademia dei Concordi, determinati a seguire un filone conseguente che, iniziato dalla superba mostra dedicata al rodigino Mario Cavaglieri, passando attraverso il Déco, e poi ai grandi del Settecento veneto, approderà all’«Ottocento elegante. Arte in Italia nel segno di Fortuny, 1860-1890», portando dal 29 gennaio al 12 giugno 2011 gli appassionati del genere a Palazzo Roverella».
Tre decenni di grandi speranze, di euforia, di fiducia, avviati e in un certo senso attivati dall’unificazione del Regno d’Italia su cui pongono la loro acuta attenzione Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, curatori della complessa esposizione, intenti a sottolineare «la grande vitalità e il vitalismo particolari, forse mai più rivissuti nella storia successiva dell’arte in Italia».
Il catalano Mariano Fortuny (1838-1874) sarà l’astro attorno cui, di conseguenza, ruoteranno gli altri bei nomi degli artisti italiani da Giovanni Boldini a Giuseppe De Nittis, da Domenico Morelli a Francesco Paolo Michetti, da Francesco Netti a Edoardo Dalbono, da Edoardo Tofano a Rubens Santoro, da Pio Jotis a Francesco Jacovacci, per citare solo poche fra le splendide altre firme che faranno rifulgere in mostra il loro profluvio cromatico, dando vita a scene in costume, soggetti orientalisti e ambientazioni neosettecentesche, nel segno di un gusto internazionale che attraversa l’Europa.
L’esposizione sarà suddivisa in otto sezioni. Nella prima: Italia-Parigi tra Meissonier e Fortuny; nella seconda: La scuola meridionale sulle orme di Fortuny; nella terza: Il fortunysmo a Roma; nella quarta: Esotismi e Revival; nella quinta: I dettagli del genere; nella sesta: L’Ottocento in costume; nella settima: Il neosettecentismo; nell’ottava: La vita contemporanea.
Un vero viaggio dentro il gusto del catalano che ha saputo contagiare gli artisti nostrani, trasponendo sulla tela la gioia di vivere, influenzando – senza sopraffare – i seguaci del nostro Paese che hanno saputo mantenere le loro personali caratteristiche dal gusto oleografico di alcuni alla luminosità («impero del bianco») di altri.
Ci aspettiamo, quindi, una mostra positiva e rincuorante – diretta, ancora una volta – da Alessia Vedova che, riprendendo il filone classico, andrà a completare l’ampio ventaglio della pittura in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli.
Attorno al cuore della mostra ruoteranno altri significativi eventi, quali: «L’altro Fortuny. L’eleganza nuova» nel mirabile palazzo del Palladio, in Villa Badoer a Fratta Polesine.
Un modo, questo, per gustare anche gli artistici dintorni di una provincia, definita la piccola Mesopotamia, in quanto l’unica parte d’Italia ad essere abbracciata contemporaneamente da Adige e Po.
Grazia Giordani
Pubblicato giovedì 20 gennaio 2011 in Arena, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 20 Gennaio 2011

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