Articoli e servizi culturali
La tragedia del mondiale
Operai, dirigenti, donne, bambini, deputati e contadini: tutti davanti alla TV a gridare agli azzurri: "Dai, dai che ce la fai!". Mondiale che mania! Mondiale che passione! Mondiale che tragedia!
Inflazione e disoccupazione (che brutta accoppiata e per di più in rima!), kamikaze, carneficine di guerra, omicidi di famiglia, guai personali, tutto è passato in secondo piano: la gente si è presa settimane di ferie, ha acquistato nuovi televisori con maxischermi, incollata al video (e chi la stacca più?) convinta di vedere la vittoria azzurra volare in alto come un dolcissimo sogno che si avvera…
Sconfitto l'Ecuador, gli italiani pensavano di toccare il cielo con un dito: i Mondiali erano già vinti; Trapattoni era un santo, un genio, una manna calcistica da venerare.
Questo Ecuador è stata proprio la grande illusione: "Quali altre nazionali possono contare su due come Totti e Vieri?" era il ritornello che ci ha accompagnati dopo il 2-0 del Sapporo Dome…
Sconfitti dalla Croazia, i nostri connazionali hanno vestito un lutto senza pari, volubilmente persuasi che il Trap sia la loro rovina, un incapace, un incompetente e soprattutto che i segnalinee e gli arbitri siano dei farabutti della peggior lega. Ma del resto anche al Bonaparte era accaduto qualcosa di simile: si sa che polvere e altare sono facilmente scambievoli!
"Se quel sabato a Ibaraki non ci fosse stato negato il 2-2 che avremmo meritato, contro il Messico avrei fatto riposare Nesta e Cannavaro e la storia del Mondiale avrebbe preso un'altra piega"! - ha sentenziato il Trap alle soglie della desolazione.
Battuti dai coreani, i nostri tifosi si sono sentiti in ginocchio, umiliati, derubati, sempre più persuasi che gli arbitri siano dei venduti e che il Trap sia un buono a nulla, un millantatore un po' "bauscia", spargitore di acqua santa (omaggio di suor Romilde, l' affettuosa sorella che gli ha elargito una piccola ampolla di liquido inefficacemente benedetto che l'occhio indiscreto della TV ha esposto alla curiosità degli spettatori).
"I coreani corrono come ciclisti cinesi" - avrebbe detto il desolato mister, che ha affermato pure di "esser dubbioso su due certezze"… E non entriamo nel merito di questa enigmatica "filosofia"!
Anche l'Inno di Mameli ha avuto i suoi spazi di rilievo.
"I ragazzi lo hanno cantato a squarciagola nello spogliatoio. Anche la seconda strofa che io non conosco - ha assicurato il Trap - (non vi vengono in mente, a questo proposito, quelli detti dei "discorsi delle scale?", ovvero quelle persone che riferendo gli esiti di una lite furibonda, affermano di aver riversato grandi improperi contro l'avversario, ma non subito, quando ormai erano per le scale…).
I numeri, impietosi, dunque ci dicono che abbiamo avuto un solo strombazzato successo (Ecuador), un pareggio (Messico) e due sconfitte (Croazia e Corea del Sud).
La nostra difesa una volta a tenuta stagna ha imbarcato cinque gol. Maldini si è congedato dalla maglia azzurra dopo 126 presenze e con il gol del coreano Ahn davanti agli occhi e dentro il cuore, acuminato più di uno stiletto. Doloroso come una rasoiata.
I numeri ci dicono ancora che quattro gol (regolari) ci sono stati scippati dagli arbitri. Più un quinto a gioco fermo. Ricordiamo e ringraziamo (elegante eufemismo per non dire chiaramente che li invieremmo volentieri a dar via il "cuore"!) l'inglese Poll, il brasiliano Simon e il ridicolo Moreno, l'ingiusto ciccione che si è comportato peggio di tutti, per non parlare dei guardialinee, campioni di faziosità.
Fortunatamente - e non perché mal comune sia mezzo gaudio -, le polemiche di casa nostra, si stemperano. Adesso a sbraitare, lamentarsi e minacciare sono i nostri cugini spagnoli e quando uscirà questo nostro pezzo, si saprà anche cosa è accaduto ai tedeschi.
Che questi coreani siano - a torto o a ragione - veramente invincibili o che i teutonici sappiano farsi valere, senza acquasanta e piagnistei, magari arbitrati da persone oneste e incorruttibili?
Il Mondiale, ormai più coreano che giapponese sta volgendo al tramonto: l'azzurro sta sbiadendo e impallidisce fino a perdere colore.
Per noi italiani è tempo di bilanci.
Non bisogna fare tragedie.
Non è il caso di giocare a scaricabarile (visto che anche al gioco del pallone ci è andata male).
Riprendiamo a pensare alla disoccupazione.
All'inflazione.
Alla fame nel mondo.
Agli animali abbandonati.
Alle ingiustizie sociali.
Ai casi nostri personali.
E…consoliamoci un poco che è tempo di vacanze!.
Abbiamo appreso in questo istante che la Germania - con l'unica palla gol - ha sconfitto la Corea del Sud.
Grazia Giordani
Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006