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Le nuove povertà
I dati del rapporto annuale della Commissione d'indagine sono - a dir poco - drammatici: in un caso su quattro chi ha tre figli non ce la fa a mantenerli e appaiono in aumento le persone costrette a vivere con solo 994 mila lire mensili. Se questo è il trend nazionale, pur tenendo conto del fatto che il tenore di vita nel meridione è inferiore a quello del nord Italia, anche per il Polesine (pur posizionato nel tanto celebrato Nord Est), non sarà certo un ballar di Carnevale, purtroppo.
Quando gli esperti di economia definiscono povera una famiglia? Tenendo conto che c'è ancora differenza tra povertà ed indigenza: indigenza infatti è bisogno delle cose più necessarie, non momentaneo, non di alcune, ma di proprio tutte queste cose; povertà potrebbe essere un bisogno momentaneo. Senza perderci in questi cavilli linguistici, cari al Tommaseo e quindi molto lontani da noi, resta il fatto che si definisce povera una famiglia composta da due persone con una spesa per consumi inferiore alla media nazionale (1.232.829 lire mensili).
Nonostante i residenti siano circa il 36 per cento della popolazione nazionale, il 77 per cento delle persone povere vive nel Meridione; i dati del rapporto sulla "povertà in Italia" indicano che la forbice tra Nord (dove pure la povertà è comunque in aumento) e Sud è sempre più ampia, mentre è più stabile il numero delle famiglie povere in Centro Italia.
Dal rapporto apprendiamo inoltre che le province in maggior difficoltà sono : La Spezia (Nord), Frosinone (Centro), Enna (Sud).
Nel 1997 in Italia ci sono state 1.504.103 famiglie (pari a 5.007.000 individui) che hanno avuto uno standard di vita al di sotto della soglia di povertà assoluta - quella appunto che il Tommaseo avrebbe definito indigenza -, che hanno dovuto sbarcare il lunario, o meglio fare la fame, con 994.273 lire mensili.
Grazia Giordani
Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006