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Il paese delle amanti giocose
di Giuseppe Pederiali, Garzanti

Ritratti "vivi" di donne

Giuseppe Pederiali ne «Il paese delle amanti giocose» presenta una galleria di figure femminili che avrebbero incantato il Fellini di «Amarcord». Storie di strapaese che sanno piacevolmente tingersi di colori boccacceschi, tra l’alcova e la buona tavola


Che ci parli di Camilla Cagliostri la sua intelligente e affascinante poliziotta - protagonista di ormai tre romanzi di successo - o che ci introduca nel suo mondo felicemente padano, Giuseppe Pederiali sa mantenere l'atmosfera sapida di emilianissima, gustosa scrittura che ritroviamo a tutto tondo nel suo nuovo romanzo "Il paese delle amanti giocose" (Garzanti, pp.267, euro 15). Chi ha apprezzato la carnalità sontuosa che si addensa nelle pagine de "L'osteria della fola" (Premio Chiara e Premio Dessì), ambientato in quella terra della Bassa chiusa tra le province emiliane, questa volta avrà modo di conoscere soprattutto la sensualità e l'indipendenza di figure femminili che avrebbero incantato Fellini, quello di "Amarcord".
Storie di strapaese che sanno piacevolmente tingersi di colori boccacceschi, incorniciando le vicende di una galleria femminile allusiva ed ammiccante dove le gioie dell'alcova s'intrecciano a quelle della tavola, condite da situazioni burlesche dove il sesso allegro merita l'assoluzione sia da parte di preti indulgenti, nel corso della narrazione, che da parte dei lettori che non avrebbero certo cuore di mostrarsi ingenerosi con le amabili e disinibite protagoniste.
E così incontriamo la generosa Marta per cui tutto il paese si adopera per ricostruirle una reputazione perché "merita la gratitudine della nostra comunità e dell'intera Bassa", tanto più che "conta quello che c'è dentro la persona, non quello che c'è dietro…" Da parte nostra, come potremmo dissentire da una logica così stringente?
Le dispensatrici d'amore uscite dalla penna di Pederiali, inventate o reali che siano, sanno diffondere un'aura di bonomia, di gaudente benevolenza con effetto boomerang, tanto che per Dianella si pensa addirittura da parte dell'affezionata clientela di fondare una cooperativa di consumo perché nulla vada perso dei suoi favori di cui sarà opportuno godere in esclusiva. Ci saranno dodici soci accuratamente scelti dai quattro fondatori, un ragioniere per la parte amministrativa. "Anche Dianella era contenta della sua nuova vita, che non era molto diversa da quella di prima, solo più tranquilla e ricca di soddisfazioni". A questo punto, il finalino a sorpresa del racconto ci sembra giusto lasciarlo alla curiosità del lettore.
Luciana è la giovanissima amante di un gerarca fascista che dalla campagna ferrarese approderà in Africa. Dotata di rara bellezza, in casa sua si pensava che sarebbe stato uno spreco maritarla a un contadino nullatenente o a un cameriere, insomma a un uomo di poco spessore sociale, quindi si pensa da Casumaro di inurbarla verso la città, verso Ferrara, organizzandole il viaggio come se dovesse andare in America. Qui l'ingenua adolescente ha l'incontro fatale con un Console della Milizia, "amico di Balbo, console per meriti squadristici, sposato, due figli piccoli" che, praticamente la compra come un animale al mercato, barattando la sua illibata avvenenza con un podere preteso dagli avidi genitori. Il gerarca farà investimenti sbagliati per cui - sfumati gli agi economici - sarà indispensabile un viaggio in Africa in cerca di fortuna. Ancora una volta non riveliamo l'epilogo molto originale, venato di tenera surrealtà, immaginato da un narratore che, introducendoci nell'intimità dell'animo femminile, ci regala anche spicchi di costume, brandelli di passato rivisitati con brillante ironia.
Tra gli altri ritratti di donna incontriamo Nena la traghettatrice del Po, innamorata del suo grande fiume e la contessina Greppi che s'incapriccia di un giovane bracciante tanto lontano dal suo mondo d'origine e forse affascinante anche per la differenza. E c'è Verbena, l'adultera senza peccato, e c'è soprattutto la verve letteraria di uno scrittore che sa farci gustare insieme ai ritratti di donne la cornice del loro ambiente, tanto che siamo una volta di più persuasi di come, riassumendo le trame di Pederiali, si possa correre il rischio di far perdere quel mordente, proprio al nostro autore, venato di flash grotteschi e profumo della sua fantasia
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 08 Novembre 2006

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