Recensioni e servizi culturali
La donna che vestiva di rosso di Elizabeth George, Longanesi
Sospetto e odio, vendetta e amore in Cornovaglia
In antitesi con Anton Čechov, assertore del fatto che due soli personaggi sarebbero sufficienti per scrivere un bel romanzo o una riuscita pièce teatrale, i giallisti di matrice americana forse tendono a gremire con troppe figure la pagina dei loro libri. Questo è anche il caso di Elizabeth George che nel suo nuovo romanzo La donna che vestiva di rosso (Titolo originale. Careless Red, Longanesi, pp.572, euro 18,60, traduzione di M.Cristina Pietri), pur dimostrando capacità di straordinaria suspense psicologica e di talento nel caratterizzare i personaggi, induce il lettore a memorizzare una tal pletora di nomi che non snellisce certo la lettura.
Chi già aveva apprezzato il suo thriller Prima di ucciderla sa che questa autrice è sempre in vetta alle classifiche del New York Times, con quattordici romanzi gialli, un saggio e due raccolte di racconti alle spalle. Una carriera fulgente quella della George – ora stabilitasi nello Stato di Washington - che le ha valso riconoscimenti quali l’Anthony Award, l’Agatha Award e il Grand Prix de la Letterature Policière.
Teatro dell’azione del nuovo romanzo è un’insolita Cornovaglia toccata da un inizio di primavera piovosa che lambisce quelle rocce frastagliate. Questa terra misteriosa non è nuova ai giallisti; basterebbe pensare a Daphne Du Maurier, citando solo il suo Rebecca la prima moglie, che tanto spesso ha ambientato le sue trame in questi luoghi affacciati su un livido mare.
Sono quarantatre giorni che Thomas Lynley passeggia solitario lungo questi scoscesi sentieri, sconvolto dall’omicidio dell’amatissima moglie, terribile evento che lo ha indotto a lasciare il suo lavoro a New Scotland Yard e la famiglia per cercare pace nella sua terra d’origine. E proprio in questi luoghi deserti la fatalità vuole che s’imbatta nel cadavere di un ragazzo – Santo Kerne – che parrebbe essere precipitato dalla scogliera per un errore durante l’arrampicata. Così Lynley, persuaso di essersi completamente allontanato dal suo passato di poliziotto, viene coinvolto suo malgrado nelle indagini dall’ispettore locale Bea Hannaford che risveglia in lui il suo fiuto di segugio di razza.
Si allarga quindi a macchia d’olio la rosa dei sospettati che l’autrice concatena e incastra solleticando la nostra curiosità.
Abbiamo Lew che potrebbe voler vendicare Madlyn, la figlia dal cuore spezzato per l’abbandono di Santo (il giovane precipitato dall’arrampicata); Jago, solidale nella vendetta; Will che pensava di poter sostitute Santo negli affetti di Madlyn; Kerra che avrebbe potuto sopprimere il fratello per ereditare; la tradita Madlyn, profondamente umiliata; Alan, possibile cognato di Santo, indotto da ingordigia di potere; Deidre, la veterinaria dall’ambigua identità avrebbe potuto agire qualora – secondo i sospetti della polizia – fosse stata l’ «altra donna» di Santo.
L’apparente tranquilla comunità è un vero covo di misteri che la morte del ragazzo sembra riportare a galla, insieme al ricordo di un analogo delitto del passato.
Amori traditi, rancori e vendette aleggiano attorno alla figura di Dellen, «la donna che vestiva di rosso», sensualissima tentatrice, madre del ragazzo precipitato dalla scogliera.
Il crimine spinge tutti ad origliare dentro la vita degli altri e a soffermarsi a meditare sulla propria esistenza, mentre il mare è solcato dai patiti del surf, protagonista anch’esso dell’intricata vicenda.
Solo alla fine verrà sciolto l’enigma con quel tanto d’imprevedibile che rende eccitante la lettura di un riuscito thriller.
Grazia Giordani
Pubblicato giovedì 23 luglio 2009 in Arena, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi
Grazia Giordani
Data pubblicazione su Web: 10 Settembre 2009