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Novemila giorni e una sola notte
di Jessica Brockmole, Editrice Nord

E' tutto nell lettere e divori l pagine per avere risposte
Ci sono romanzi – apprezzati soprattutto dal mondo femminile – che leggiamo tutto d’un fiato perché, anche se rileviamo qualche nota d’inverosimile, la trama non ci dà tregua. E questo è il caso di Novemila giorni e una sola notte di Jessica Brockmole (Titolo originale Lettres from Skye, Editrice Nord, pp.334, euro16, traduzione di Irene Annoni). Difficile staccarsi da una storia d’amore così trascinante che esalta il potere e il trionfo della speranza a dispetto del tempo storico – due grandi guerre fanno da sfondo al plot narrativo – e delle imboscate del destino. Un romanzo epistolare, espresso in bella prosa poetica, sapientemente intrecciato che ci trasporta in paesaggi di favola dalla scozzese isola di Skye, all’atmosfera bellica di una Londra eroica che sa resistere con dignità agli attacchi del nemico.
Margaret ed Elpeth, figlia e madre, sono le protagoniste femminili della narrazione. Margaret non conosce i motivi della reticenza di sua madre nel rispondere a qualsiasi domanda sul suo passato, limitandosi alla laconica ed enigmatica affermazione : ‹‹Il primo volume della mia vita è esaurito››.
Ma il passato ritorna in maniera imprevedibile, rappresentato da una lettera ingiallita, l’unica che Elpeth ha lasciato alla figlia prima di fuggire da casa, all’improvviso, senza spiegazioni, né una parola d’addio.
La misteriosa lettera è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una famiglia di donne ostinate queste isolane scozzesi partorite dalla penna della Brockmole, scozzese a sua volta e consapevole di quanto sia difficile mantenere un rapporto a distanza. E Margaret non si perde d’animo, rivelando un vero piglio da detective, alla ricerca di dipanare l’aggrovigliata matassa dei segreti materni da cui potrebbe giungere chiarezza anche sulla sua stessa nascita e la sua stessa vita.
E saranno le parole di David, espresse in lettere ora ardenti, ora scherzose, indirizzate alla poetessa da lui ribatezzata Sue, a condurla sulla selvaggia isola di Skye, dove la giovane venticinque anni prima aveva deciso di rispondere alle lettere di un ammiratore, dando inizio ad una corrispondenza che resta la parte più sorprendente del romanzo. Margaret resterà allibita dalle sue scoperte che non possiamo del tutto anticiparvi, poiché, oltre all’amore anche il mistero fa da protagonista in questa trama epistolare. La curiosità della giovane trova soddisfazione, scoprendo un sentimento più forte della morte, profondo come l’oceano che divideva Sue da David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del felice epilogo. A questo punto, commettiamo una piccola scorrettezza, non potendo trattenerci dal rivelarvi che Sue ed Elpeth sono la stessa persona. Ma il lettore attento lo aveva capito già di certo, quindi, non abbiamo rovinato nessuna sorpresa.
Grazia Giordani


Pubblicato giovedì 16 settembre 2013

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 17 Settembre 2013

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