Recensioni e servizi culturali
1939 Storia di un medico di famiglia di Arnaldo Marzotti, Il Cerchio
Storia di autopsicanalisi borghese
Ci sono titoli e copertine così indovinati da non farci resistere alla tentazione di acquistare il libro. Questa sorte è toccata al fresco di stampa di Arnaldo Marzotti Classe 1939 Storia di un medico di famiglia (Il Cerchio, pp. 128, euro 18) perché indossa un sobrio vestito dentro cui spicca l’immagine del medico di famiglia per eccellenza, proprio come vive nel nostro immaginario, raffigurato da un bel dipinto di Max Lieberman: “Il Chirurgo Ferdinand Saverbruch, 1932”.
L’originalità di questo romanzo/confessione sta nel fluttuare tra realtà vera e immaginata, come se l’autore si concedesse una seduta di autopsicanalisi, nel contempo concedendosi a noi che lo ascoltiamo commossi e divertiti. Coinvolgente il capitolo dei ‹‹giochi di guerra›› di Arnaldo Bambino che vive in una famiglia della buona borghesia, padre sotto le armi, madre russa ebrea, lievemente blasée, come erano le signore raffinate di quel tempo, ricoperto dalle attenzioni della tenera governante Ninina. A una carriera scolastica fulminea, con laurea e plurispecializzazioni in molte branche della medicina, fa seguito un matrimonio avventato con un’avida sposa più anziana, corredata di figlio che si appropria di tutti gli averi dell’ingenuo professore di troppe discipline e di poca furberia del vivere.
Quando tutto sembrava perduto, e la depressione poteva annullarlo, entra nella sua vita una salvifica giovane, dallo ‹‹sguardo di camoscio›› che lo sposa in chiesa, fortemente credente, che gli dà tre figli, facendogli credere nuovamente nei valori della famiglia, aiutandolo a superare anche con la preghiera, le imboscate che, inevitabilmente, ti tende la vita.
E poi c’è la fantasia a farlo viaggiare nel reale e nel pensato, c’è la ritrovata Speranza. Al di là delle suggestioni autobiografiche sempre di godibile lettura, anche nei momenti di dolore, il romanzo vale per la bella prosa elegante e per l’allure onirica di certi passi, per quei tratti che sarebbero piaciuti ad Italo Svevo e che qui, volutamente, non anticipiamo, per solleticare la curiosità del lettore.
Grazia Giordani
Grazia Giordani
Data pubblicazione su Web: 13 Novembre 2013