Recensioni e servizi culturali
Il club delle vecchie signore di Georges Simenon, Adelphi
I colleghi di Maigret Quando il giallo diventa umorismo
L LIBRO. Adelphi completa la pubblicazione
I colleghi di Maigret
Quando il «giallo»
diventa umorismo
Grazia Giordani
Un Simenon ironico ne «Il club delle vecchie signore e altri racconti»
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mercoledì 27 settembre 2017 CULTURA, pagina 4
Non è una sorpresa per gli appassionati di Georges Simenon (Liegi, 1903-Losanna,1989), leggendo «Ilclub delle vecchie signore e altri racconti» (Adelphi, pp.168, euro10, traduzione di Leopoldo Carra),rilevare l’humour e lo spirito scanzonato di un autore che ci aveva abituati all’umanità e all’equilibrio del commissario Maigret, o alla durezza intelligente dei suoi romanzi più riusciti.
Non è una sorpresa – ribadiamo-, perché tra il1929 e il 1962 il grande belga ha scritto ben 178 racconti improntati a questa vis scherzosa che si concludono appunto con questo quarto volume, le avventure del detective dell’ Agenzia O, «una delle agenzie investigative più famose del mondo». E Simenon, che ormai ci ha preso gusto, si diverte a metterli nelle situazioni più incongrue creando quasi un vaudeville, una farsa sottile che vira decisamente nel comico. Dopo questi quattordici racconti- buttati giù nel solo mese di giugno1938 a Villa Agnès, a La Rochelle, apparsi nella collana «Police Roman» nel 1941 e raccolti poi in volume nel 1943-, Simenon abbandonerà al loro destino i quattro protagonisti di queste indagini scanzonate. Comunque, sarà valsa la pena di fare la loro conoscenza, pur restando degli innamorati di Maigret.
Con Il club delle vecchie signore ecco che Adelphi completa l’opera di pubblicazione dei racconti che Georges Simenon ha dedicato all’Agenzia O.
L’Agenzia O, “una delle agenzie investigative più famose del mondo” è stata fondata da Torrence che in precedenza, per più di tre lustri, è stato ispettore di polizia e attivo aiutante di Maigret. Non certo l’ultimo arrivato, quindi, ma anche in questo caso, come nella serie ben più nota, il suo apporto rimane spesso secondario, visto che la punta di diamante è il fotografo dell’agenzia, Émile, che svolge anche buona parte del lavoro di indagine e deduzione.
Gli altri due membri sono Berthe, segretaria che spesso non si limita al suo ruolo ufficiale, e Barbet, il cui passato da criminale lo rende molto abile sul campo, in particolare nei pedinamenti.
Le avventure dei quattro dell’Agenzia O sono sempre condite dall’ironia e, ne Il club delle vecchie signore, Georges Simenon sembra amplificare ancora di più questa attitudine, ficcando volutamente i suoi detective in situazioni strane e paradossali. In Prigioniero di Lagny vedremo sia Torrence che Émile in palese “difficoltà” nell’interrogare un pittore, difficoltà dovuta non tanto alle capacità dialettiche dell’interrogato quanto alla presenza di due modelle ben poco vestite.
“Una vampata di caldo. E non è solo il caldo. Di punto in bianco Émile e Torrence sono entrati in un mondo così diverso che gli è salito il sangue alla testa. Il locale in cui si trovano è tutto tappezzato di morbide stoffe, ammobiliato unicamente, parrebbe, con divani profondi e soffici. Vi regna un profumo che ricorda quello dell’incenso, ma più tenue.
Sul divano di fronte alla porta è sdraiata una figura che si potrebbe scambiare per una statuina. È davvero una donna? Non è piuttosto un’effigie di cera?
È proprio una donna, una giovane giapponese completamente nuda, che fuma una sigaretta orientale e il cui sguardo indifferente sfiora appena Torrence e il suo collega. Su un altro divano, con indosso una sfarzosa vestaglia, la ragazza bruna che i due uomini hanno ammirato poco prima si trastulla con un gatto siamese”.
Nel racconto titolare, Il club delle vecchie signore, scopriremo cosa ha di tanto speciale questo club visto che un uomo ha finto di essere una donna pur di entrare a farne parte, e in seguito assisteremo anche all’arresto di Torrence, bloccato dai suoi stessi (ex) colleghi di Quai des Orfèvres con l’accusa di tentato ricatto nei confronti di un artista molto noto
Grazia Giordani
Data pubblicazione su Web: 29 Settembre 2017