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Il Signor Cardinaud
di Georges Simenon

L'ordinaria infelicità firmata Simenon
L’ordinaria infelicità firmata Simenon
Grazia Giordani
Leggiamo un romanzo di ordinaria infelicità. Questa volta il grande belga Georges Simenon (Liegi1903-Losanna 1980) non ci parla di delitti, di storie criminali, ma ne “Il Signor Cardinaud” (Adelphi editore, pp.136, euro16 nella bella traduzione di Sergio Arecco) ci conduce dentro la vita di un borghese, un uomo che fin dalla prima giovinezza aveva amato Marthe, una popolana molto avvenente. Non aveva ancora quindici anni e già l’amava, non come si ama una donna, ma come si ama un essere inaccessibile. Come al tempo della prima comunione aveva amato la Madonna. Alla fine Hubert Cardinaud era riuscito a sposarla quella Marthe ”di cui tutti dicevano che si dava delle arie”. Figlio di un cestaio, di origine modesta, il nostro protagonista era riuscito a diventare un distinto impiegato, uno che la domenica all’uscita dalla messa, parla e saluta con i conoscenti. Dopo essersi fermato in pasticceria torna a casa dove la moglie cuoce l’arrosto con le patate. Tutto sembrerebbe scorrere sulle rotaie della più completa normalità. Ma una domenica il nostro Hubert trova l’arrosto bruciato, la casa vuota e i tre mila euro messi da parte, spariti. Non tarderà a capire che Marthe è scappata con un mascalzone, un certo Emile, detto Mimile, che lei amava da tempo. In città tutti conoscevano questa tresca e pensano che sia un uomo finito, distrutto dall’umiliazione e dal dolore. E invece no. Hubert assume una ragazza che gli custodisca i bambini, decide di ritrovare la moglie a tutti i costi di “bere il calice fino alla feccia”. Simile a “una formica ostinata che segue ostinatamente la sua strada, il suo destino, e che ogni volta che il carico le sfugge, lo afferra di nuovo, pur essendo quel carico più grosso di lei”. Molti avrebbero potuto aspettarsi un proposito di vendetta, da parte del marito offeso e tradito, invece Hubert andrà a cercare Marthe perché ritiene che il suo posto sia lì, “accanto a lui e ai bambini”, perché confida nel trionfo del bene sul male, della supremazia dell’ordine sul disordine, nell’inevitabile fatale armonia. L’originalità del romanzo sta proprio nella sua banalità, anche se questa potrebbe apparire una contraddizione. Non ci sono colpi di revolver, non c’è sangue in queste equilibrate pagine. Addirittura Hubert regalerà del danaro a Mimile per aiutarlo a fuggire e riprenderà con sé la fedifraga con l’amore di sempre. Simenon, con la sua solita acuta penna, ci racconta di un amore eroico, capace di non indietreggiare di fronte al tradimento e alla vergogna. Scritto a Fontenay-le-Comte nel 1941, “Il Signor Cardinaud” apparve a stampa l’anno seguente; nel 1956 Giles Grangier ne trasse un film “Sangue alla testa”, con Jean Gabin nel ruolo del protagonista.

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 25 Giugno 2023

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