Recensioni e servizi culturali


Idilli d'estate
di Patrizia Highsmith

Inizia con un omicidio e finisce con una morte accidentale - Idilli d'estate - l'ultimo libro di Patrizia Highsmith, giallista al di là del giallo, per lo stile di scrittura che si rifà ai grandi neo minimalisti americani. Amata da Hitchcock, che trasse un celebre film dal suo Sconosciuti in treno, la Highsmith, con la sua ultima fatica letteraria, abbandona, in parte, il tono inquietante che spesso ha contraddistinto la sua opera, per sfoggiare un clima apparentemente meno cupo, con addirittura un happy end. Ma è lecito parlare di lieto fine, se è provocato da una morte ?
Teatro degli avvenimenti è una Zurigo un po'americanizzata. All'uscita da un cinema un ragazzo viene accoltellato da due malviventi. Dalla morte del bel Petey, ventenne omosessuale, si dipana la trama del romanzo, in cui il lettore entra per viverci dentro quasi per abitarlo ed abitare questa Zurigo descritta nelle sue case, nelle sue vie con penna minimalista. Se il giovane Petey, morto ammazzato, ci appare solo in fotografia e dentro i pensieri di coloro che lo hanno amato, quasi in carne ed ossa balza fuori dal libro, un gruppo vario di personaggi di diversa estrazione e differenti preferenze sessuali, tra i quali primeggiano Rickie - grafico pubblicitario quarantenne, amante di Petey -, Luisa apprendista sarta inutilmente innamorata di quest'ultimo, Renate - datore di lavoro di Luisa, persecutrice fobica degli omosessuali.
Punto d'incontro della mista società del romanzo, è il bar ristorante Jakob's - detto anche "G minuscola" dalla lettera con cui le guide turistiche di Zurigo segnalano che il locale è frequentato anche, ma non esclusivamente da omosessuali : quasi una metafora del tessuto umano del romanzo stesso, popolato da omo, etero, bisex e persino da lesbiche represse. La trama impegna lo spazio temporale di una calda estate, gli avvenimenti grandi e piccoli sono descritti con penna puntigliosa e puntuale : conosciamo i minimi dettagli dell'abbigliamento della claudicante Renate il cui passo sincopato è descritto con colorite onomatopeie che suonano clump-strap, oppure vai-e-striscia, vai-e-striscia ; sappiamo come Rickie - che l'abile penna dell'autrice riesce a rendere simpatico, così disponibile com'è verso il suo prossimo, nonostante la sua morale poco ortodossa - fa la doccia o beve gli innumerevoli drink, conosciamo la veglia e il sonno dei personaggi, i loro umori, le loro ansie, nella routine quotidiana, sotto lo sguardo indifferente di una Zurigo solo apparentemente pulita.
Un romanzo che coinvolge anche i non appassionati del genere noir, proprio per la maestrìa con cui sono descritti i personaggi - anche se talvolta la pagina ne è un po' troppo affollata e sembra soffocare il respiro del lettore - offrendo ritratti di un'umanità alla deriva, che ha perso i freni morali che non distingue più il bene dal male, un'umanità abulica che subisce la vita, invece di tenerla in pugno

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

Torna all'indice delle Recensioni