Recensioni e servizi culturali
È stata una vertigine di
Maurizio Maggiani,Feltrinelli
TREDICI PEZZI D'AMORE
Finisce nel cuore dell'Europa e inizia in un cinema di campagna, il nuovo libro
di Maurizio Maggiani - "È stata una vertigine" - uscito per
i tipi della Feltrinelli.
La casa editrice ha scelto Francoforte per presentare il singolare romanzo di
un autore di successo, già vincitore, nel 1955, dei premi Viareggio e
Campiello con "Il coraggio del pettirosso".
Maggiani parla della sua nuova fatica come di qualcosa nato "in una pausa
dell'ambizioso progetto di scrivere un grande romanzo prima di morire. Una pausa
- sottolinea - in cui ho affrontato qualcosa che qualsiasi scrittore serio troverebbe
imbarazzante: una storia d'amore, che, vista la grande divisione che si fa anche
qui a Francoforte, tra fiction e non fiction, appartiene inevitabilmente alla
seconda categoria. Io posso descrivere il mare senza averlo mai visto, ma non
posso raccontare l'amore senza averlo vissuto e senza finire per parlare molto
di me".
Tredici "pezzi" d'amore abitano dunque le pagine di questo romanzo,
in cui l'autobiografismo non è ingombrante, in quanto traslato attraverso
l'invenzione narrativa che - nell'incipit - ha quasi un tono incantato di favola,
con la descrizione poetica di un bambino "visitato dall'amore" nel
buio di un piccolo cinematografo, alla vista di una coppia che si abbraccia
sullo schermo, al suono di una canzone suscitatrice di emozioni calde che gli
resterà dentro e lo accompagnerà per tutta la vita.
Il romanzo è fatto di episodi, legati da un unico protagonista, quali
variazioni sopra lo stesso tema che finisce con l'essere quello della folgorazione
amorosa, che però non è l'amore senza fine. A questo proposito,
l'autore precisa che: "È difficile nella vita di ciascuno di noi
dire: ho trovato l'amore eterno. Sono quelle cose che si pensano o che si ha
addirittura paura di pensare, tipo l'amore per sempre; io, per esempio, questa
fortuna non l'ho avuta. Non ho avuto una storia che potesse svolgersi per tutta
la mia vita senza soluzione di continuità. Allora la mia storia è
appunto fatta a pezzi, 13 pezzi d'amore che vanno a costituire questo libro.
Se volete, sono 13 racconti, ma assieme sono i pezzi di un unico romanzo".
E così, dopo l'inizio dolce, col bambino folgorato dal grande sentimento,
le storie si snodano anche amare, deludenti, come amara e deludente può
essere, a volte, la vita.
Comunque, quando il protagonista si rapporterà all'amore, lo farà
sempre toccato dalla "vertigine" che la canzone (tratta da "Le
notti bianche" di Visconti), continuerà a scatenare nel suo cuore
e nei suoi sensi: un refrain irrinunciabile - questo - che ha quasi la ripetitività
di un'ossessione.
Assistiamo all'incontro di due amanti, inquadrati in un bar di periferia - subendo
quasi l'illusione fonica della voce dell'autore, abituati come siamo ormai a
familiarizzare con lui, avendolo visto e sentito più volte al "Maurizio
Costanzo Show" -; dentro il loro gesto di tenerezza vive una sottile malinconia
fatta di esistenziali consapevolezze.
Forse il racconto più crudele è quello in cui la moglie, abbandonando
il marito, gli lascia sul pianerottolo di casa gli oggetti di una vita comune.
Ma la vertigine, fatta ora anche di rimpianti, di vuoti, di assenze, non lo
abbandona mai.
"Le cose sono la guardia d'onore dell'indissolubilità del matrimonio
- afferma il protagonista dell'amaro episodio -; nelle sedie del tinello, nel
tostapane appoggiato sopra il frigo abita il sacro eterno di un'unione. Quando
decidi di farla finita con un matrimonio, per prima cosa dovresti innalzare
una pira e dare fuoco a tutto quanto, in modo che non resti nulla da poter dividere
di ciò che è indivisibile".
L'amore è vertigine anche quando narra la voluttuosa aggressività
dell'adorata micia Cleme ("la gatta antropomorfa, la zitella malvagia,
divoratrice di pesciolini rossi, la depravata, l'inappetente, la schizzinosa")
o passa attraverso le moine o le arrabbiature di una bambina o la solitudine
di una donna polacca.
Cos'è l'amore?
Non vi è una risposta universale, assoluta ed eterna.
Maggiani tenta, con penna felice, di darci tredici risposte che valgano per
una sola.
Grazia Giordani