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Camilla nella nebbia di Giuseppe Pederiali, Garzanti

DELITTI FRA COLPI DI SCENA NELLA «PADANIA FELIX»
Senso del “noir”, ironia e capacità di stupire sembrano essere i tre principali ingredienti del nuovo romanzo di Giuseppe Pederiali - «Camilla nella nebbia» - (Garzanti), che potrebbe essere letto, al di là della sua valenza di giallo, come un pepato affresco di costume, dove implicitamente si stigmatizzano le debolezze, i provincialismi, gli snobismi e i tic della Modena bene, quella che corre in auto di lusso, frequenta circoli esclusivi, veste griffata, vive in ville gentilizie e frequenta solo i luoghi “à la page”, quelli che fanno sentire importante la gente che altrimenti non lo sarebbe, e dove pullulano ex liceali, non proprio fulgidi fiori.
Un maniaco uccide donne della high society modenese e poi le traveste da prostitute. Potrebbe apparire un nuovo divertimento di una società viziata dall’avere troppo e che non sa più cosa inventare o una perfida scommessa. A dipanare le fila dell’aggrovigliata matassa è l’avvenente Camilla Cagliostri, ispettrice di polizia, spinta – nel suo determinato agire – anche dagli esiti dolorosi di un delitto di famiglia («aveva deciso di dedicare la propria vita a vendicare Lisa»).
Camilla, anche per le sue insicurezze le sue debolezze, la sua”carnalità” è un personaggio molto vero, non certo inamidato, che sa condurci, tenendo vivo l’interesse, una pagina dopo l’altra, nel mondo buio delle bassezze umane, ostinata a cercare il colpevole, determinata sempre a non mollare.
Sembra che l’omicida si accanisca contro ragazze della buona società, legate da amicizia fin dagli anni del liceo, togliendo loro la vita e travestendole poi da battone, in un estremo offensivo sberleffo, legate – le vittime - da un motivo comune del matrimonio. Appena sposate, o sul punto di farlo; solo Caludia – la decapitata – parrebbe differenziarsi dalle altre due, per età matura, non provenienza dalla stessa scuola e dallo stesso ambiente.
Entrano in campo finti colpevoli, falsi allarmi che depistano solo momentaneamente l’instancabile ispettrice, invaghitasi – sembrerebbe corrisposta – da un bel tenebroso, viveur spezzacuori, marito della vittima più matura.
Camilla è puntigliosa, attenta, pronta ad esaminare ogni traccia, a ricostruire, a far collegare i lembi di una tela sempre più ampia e irta di doppi fili , di continui rimandi, ben manovrata dalla penna di un autore che sa farci stare col fiato sospeso, divertito lui stesso dal nostro piacere di lettori, sembrerebbe, in perfetta linea col Pederiali che si sente, emiliano puro sangue, «nipotino a un tempo di Ludovico Ariosto, Lazzaro Spallanzani e Cesare Zavattini», capace in molti suoi premiati romanzi di creare un riuscito cocktail tra vero e possibile, qui – nel suo nuovo romanzo – con fulminee raffiche di colpi di scena nella «Padania felix», popolata da gente che talvolta ci sembra avere il portafoglio al posto del cuore, pronta ad intorbidare le acque, quando si tratta di nascondere i propri peccati.
Visto che raccontarvi per filo e per segno la trama di un romanzo giallo sarebbe già di per sé un nuovo crimine, preferiamo insistere sul “colore” del romanzo, sul clima modenese doc, dove sembra di sentire gli acuti di Pavarotti, il profumo delle buone pietanze uscire dai ristoranti, dove si intravede la Ghirlandina, dove la nebbia è un pietoso sudario che vela molte brutture, compresa la «Las Vegas del sesso», ovvero «La Bruciata», zona desolata «priva di abitazioni civili e con vasti spazi dove anche i tir possono transitare e sostare»; qui vive «l’ipermercato del sesso», questo è il paradiso – si fa per dire – di tutte le umane bassezze: droga, prostituzione, ricettazione, manodopera in nero.
La nebbia vela e nasconde inutilmente quello che Camilla riuscirà comunque a scoprire, con dolore, perché coinvolta – se non proprio nei profondi sentimenti – almeno nell’orgoglio ferito, intenta ad agire «per amore della giustizia, per togliere dalla circolazione un assassino, per risarcire la povera Claudia, per Lisa». E, proprio nelle ultime pagine, ci riesce alla grande, in un finale a sorpresa, secondo la buona tradizione dei thriller, quelli di miglior qualità.

Grazia Giordani

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