Recensioni e servizi culturali
L’accordatore di piano di Daniel Mason,
Mondadori
L’ACCORDATORE DI PIANO:
UN ROMANZO APPENA USCITO E GIÀ UN CASO EDITORIALE
Ci sono romanzi che nascono già col destino impresso addosso di casi
editoriali, al di là della volontà dello scrittore, che a volte
non vede nemmeno la sua fatica pubblicata (e basterebbe nominare il già
troppo citato «Gattopardo», a conforto di quanto stiamo scrivendo),
ma siamo certi che neppure il giovanissimo Daniel Mason – nato a San Francisco
nel 1976 – nutriva il sospetto di dare alle stampe un’opera, dedicata
alla nonna Halina, che avrebbe sollevato tanto clamore, con il suo «L’accordatore
di piano» che la Mondadori porta in Italia, per noi, nell’elegante
traduzione di Maria Nicola.
L’autore vanta già un notevole curriculum nel campo medico scientifico,
laureato alla Harward University in Biologia, appena ventiduenne e ora pronto
a conseguire una nuova laurea in medicina, esperto in malattie tropicali, poliglotta,
si presenta a noi lettori con questa sua opera prima, ma già con un biglietto
da visita fitto di brillanti e originali chance.
Da tempo abbiamo avuto la sensazione che attorno al pianoforte e ai suoi esecutori
musicali, si addensi un interesse letterario-artistico di rara valenza. Basterebbe
pensare al film capolavoro «Lezioni di piano» della Campion, che
per intrinseca citazione, sembra tornare un poco anche dentro l’atmosfera
del romanzo di Mason e al film «Il pianista», da poco comparso nelle
nostre sale cinematografiche, lo struggente film di Polanski, sulla vita del
grande pianista ebreo, solo per citare due casi in linea con il nostro pensiero.
Ed ora questo misterioso romanzo di Mason, misterioso per il clima arcano che
vi alita dentro, ci porta nell’autunno del 1886, quando l’accordatore
di pianoforti Edgard Drake riceve una strana richiesta dal Ministero della Guerra
britannico: gli viene chiesto di trasferirsi nell’impervia giungla birmana
a riparare un pianoforte Érard, proprietà del maggiore medico
Carrol, comandante di un avamposto inglese, in una zona sperduta e ostile della
Birmania.
E così Edgard dovrà lasciare la sua confortevole vita londinese
di raffinato artigiano-artista, intenditore di preziosi strumenti, e la moglie
a cui non sa con quali parole comunicare l’ordine ricevuto.
La lealtà alla corona, da parte dell’impositivo maggiore, da tempo
solleva dubbi nelle alte sfere, ma nessuno osa opporsi ai suoi voleri, tanto
che Drake viene praticamente obbligato ad obbedirgli, lasciandosi alle spalle
le sicurezze di casa sua.
Nel suo lungo e interessante viaggio attraverso l’Europa, il Mar Rosso
e l’India – descritto con avventurose pennellate, atte a crearci
l’illusione che Kipling e Conrand veglino sulla brillante scrittura di
Mason - l’accordatore incontrerà personaggi più che strani
ed inquietanti, cui si affianca una maliosa birmana che sembra conoscere l’enigma
che abita il cuore del complicato Carroll.
Una Birmania oscura e densa di un pathos fatale fa da sfondo ai risvolti più
intensi della tortuosa vicenda, in cui il pianoforte, il prezioso Érard,
finisce con l’essere pretestuosa ragione del romanzo. E abbiamo particolarmente
gustato la scena del trasporto dello strumento sulla zattera, rivedendo così
anche qualche fotogramma del film della Campion, certamente noto all’autore.
Vi è qualcosa anche di sornione in questa sinuosa scrittura che ci trascina
lenta, pur mutando spesso fondale delle azioni e che si deposita dentro i nostri
pensieri, cullandoci come una musica dal sapore orientale.
L’epilogo? E no, proprio no. Fareste un imperdonabile errore a non avere
pazienza, centellinando il romanzo pagina dopo pagina, gustandone i continui
passaggi e il bisogno prepotente del protagonista di “farsi assorbire
dalla vita”.
Il finale – questo solo possiamo dirvi – ha una fisionomia surreale,
nata anche dalla rara capacità dell’autore di giocare con dati
storici e notizie immaginate.
Non possiamo che concordare con l’autorevole critico del «New York
Times» quando scrive, fra l’altro, che «“L’accordatore
di piano” è un romanzo che immerge il lettore in un mondo lontano
con straordinaria ed emozionante immediatezza.»
Sedotti letterariamente da questo giovane scrittore, ora siamo in attesa del
suo nuovo romanzo in preparazione, speriamo che si sbrighi a pubblicarlo.
Grazia Giordani