Recensioni e servizi culturali
La sorella di Mozart di Rita Charbonnier, Corbaccio
Amadeus era suo fratello
Non è un fatto raro che familiari dì artisti – seppure a
loro volta molto dotati – vengano penalizzati dal valore preponderante
dei geni di casa. Questo è anche il caso di Anna Maria Walburga Ignatia
Mozart, l’estrosa Nannerl di cui ci narra Rita Charbonnier nella sua opera
prima “La sorella di Mozart” (Corbaccio, pp.300, euro 15,50) il
bel romanzo, fresco di stampa, uscito veramente a proposito, proprio in occasione
dei duecentocinquant’anni della nascita di Mozart, destinato ad interessare
i lettori di biografie romanzate e gli appassionati di musica.
L’autrice che vanta un‘esperienza musicale di grande livello come
attrice e cantante in Italia e all’estero, ha sceneggiato per la Rai e
per Mediaset opere di successo quali “La squadra”, “Forum”
e “Cuori rubati”. Giornalista di spettacolo, si era già occupata
di Nannerl Mozart con un soggetto cinematografico per cui ha vinto la Film Story
Competition di “Euriscript”.
Quindi, l’attento interesse della Charbonnier per la sorella del più
noto fratello Wolfgang Amadeus, ha un’origine antica che, maturata nel
tempo, ha saputo regalarci pagine di vivida suggestione, introducendoci nel
milieu di un’epoca in cui la donna era sottomessa e condannata ad un ingiusto
sacrificio anche della propria valenza artistica e della propria identità.
Molto si sa di Mozart, anche se intorno alla sua morte aleggia ancora un’aura
di mistero (malattia, vendetta, avvelenamento?), poco della sorella, a sua volta
dotata di notevolissime doti musicali, pianista di rara qualità e compositrice
di musica vocale, sfortunatamente non giunta fino a noi. Enfant prodige, sotto
la guida rigida dell’inesorabile padre Leopold, i due bambini si sono
esibiti in tutte le più importanti corti d’Europa. Ma poi, intorno
a Nannerl è caduto il silenzio. Merito quindi della scrittrice, specialista
nel teatro musicale, quello di riportarci una vibrante figura femminile del
Settecento con l’ausilio delle poche lettere e degli esigui documenti
che le è stato possibile reperire e consultare. Se la sua scrittura non
ha quindi il rigore scientifico di una biografia strettamente storica, acquisisce
la grazia letteraria di suture improntate alla verosimiglianza. E Nannerl, nata
qualche anno prima del fratello, ci appare mortificata dalla schiacciante preferenza
di Leopold, a sua volta violinista di qualità, per il figlio maschio,
il genio di casa. A lei non sarebbe stato permesso suonare il violino, studiare
il latino, comporre musica, cose disdicevoli, agli occhi bigotti del padre,
per una ragazza se la nostra intrepida fanciulla non avesse spesso disubbidito,
con l’ausilio di Wolfgang che negli anni infantili le era molto vicino
e con cui aveva una complicità veramente affettuosa Sarà lei a
dover mantenere la famiglia con le lezioni di pianoforte, quando padre e figlio
intraprenderanno il famoso viaggio in Italia, lasciandola a casa, dispiaciuta
della nuova scottante rinuncia.
Due importanti amori occuperanno il cuore dell’intrepida e orgogliosa
ragazza. Il caso vuole per due vedovi più anziani di lei. La sua prima
passione (e la Charbonnier riproduce un carteggio, riteniamo per buona parte
apocrifo e ricomposto dalla sua penna) si è accesa per un maggiore dell’esercito,
Armand, padre di Vittoria, sua allieva prediletta, destinata a diventare eccellente
concertista. Proprio a causa dell’allieva sembra sia avvenuta la rottura
con Wolfgang che - sedotta la ragazza – l’ha abbandonata per rincorrere
la gloria viennese. Qui non sappiamo se l’autrice si sia lasciata prendere
la mano dallo spirito del feuilleton, o se abbia avuto prove certe dei fatti,
comunque la rottura di consuetudine tra i fratelli non è invenzione.
E si sa che, solo dopo la morte del compositore del “Flauto magico”
e del “Don Giovanni”, Nannerl che nel frattempo si era maritata
con un bellissimo e molto ricco barone, un po’ come nelle favole a lieto
fine, si è riconciliata con la memoria del genio di casa sua, dando un
contributo di notevole importanza alla promozione della figura di Mozart, collaborando
con i suoi biografi, autenticando le sue composizioni e curandone la pubblicazione.
Pagine, quelle della Charbonnier, che sanno offrirci non solo la vita di un’eroina
appassionata e appassionante, ma anche uno viaggio dentro gli usi settecenteschi,
rivisitati in ottica squisitamente femminile.
Grazia Giordani