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Museo Giovanni Boldini - Ferrara

Se qualcuno pensa che il destino dei musei segua, qualche volta, l'estro capriccioso della vita di alcune donne che - seppure avvenenti - non trovano marito, può avere conferma a questa sua teoria, visitando lo splendido museo Boldini a Ferrara. Una raccolta di quadri di così pregevole valore incontra uno scarso numero di visitatori.
La pinacoteca trova alloggio in palazzo Bevilacqua-Massari, sito sull'asse portante Corso Porta Po- Biagio Rossetti- Porta Mare. La storica dimora nobiliare meriterebbe da sola una visita per la sontuosa eleganza e il grande pregio di opere murarie, soffitti, pavimenti, stucchi, caminetti, solo per descivere in sintesi il suo alto valote artistico.
Sorto alla fine del '500 - palazzo Bevilacqua - per commissione dell'omonimo conte Onofrio - a causa degli innumerevoli passaggi di proprietà - ha subito variazioni ed aggiunte.
Due piani di uguale altezza, separati da una semplice cornice in cotto, dividono orizzontalmente la facciata che si estende lungo corso Porta Mare; entrambi i piani sono suddivisi da grandi finestre che danno una ritmica scansione allo spazio. Uno degli interventi più vistosi di cui è stato oggetto il palazzo, consiste nella costruzione dell'adiacente "dépendance", conosciuta come Palazzina dei Cavalieri di Malta, elegante esempio di architettura neoclassica.
Il Museo Boldini, con il relativo centro studi e il museo di Arte Moderna, trovano spazio al piano nobile.
Un tempo la raccolta di quadri del Maestro ferrarese era ospitata nel palazzo dei Diamanti, con la nuova collocazione, la pinacoteca è più ricca, in seguito all'enorme produzione donata dalla vedova dell'artista,
Giovanni Boldini è nato a Ferrara nel 1842 e ha chiuso i suoi giorni a Parigi nel 1931; fu avviato all'arte dal padre Antonio. Nel 1865 si accostò, giunto a Firenze, all'arte dei macchiaioli. Nel 1869 si recò a Londra e poi a Parigi. Ritrattista arguto e attento all'indole di una società frivola e snob, si fa ammirare soprattutto per le figure femminili, vestite di trasparenze, che velano e rivelano la donna dell'alta società del tempo.
La sua tavolozza è squillante, il tocco ardito e - a volte - provocatorio. Un Boldini si riconosce alla prima occhiata, destino, questo, dei grandi artisti.
Ha avuto grande successo - fatto piuttosto raro - anche in vita.
Chi volesse completare la visita alla pinacoteca, può visitare le sale monografiche dedicate ai ferraresi: Funi, Previati, De Pisis, Meli, Mentessi, Bonzagni. Il museo non si esaurisce qui, ci sono ancora altre opere interessanti da vedere in originale e riproduzioni. Degno di nota, a questo proposito, il museo documentario della metafisica. L'impianto espositivo è costituito da numerosi diacolor trasparenti, collocati su pannelli luminosi, che offrono riproduzioni di De Chirico e del fratello Savinio, di Carrà, Morandi.
E allora perché così pochi visitatori?
Il custode attento e solerte si pone con noi la domanda a cui non sa dare risposta: è un inesplicabile destino.

Grazia Giordani

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