Recensioni e servizi culturali
Ossigeno di Andrew Miler, Bompiani
TRE DESTINI INCROCIATI TRA VITA E MORTE
Ancora un interessante romanzo di Andrew Miller, autore di successo, nato a
Bristol nel 1960, che con il suo libro d'esordio "Il talento del dolore"
(Bompiani 1998), ha vinto tra gli altri il premio Grinzane-Cavour.
La nuova opera, "Ossigeno", portato a noi ancora dalla Bompiani, nell'agile
traduzione di Alberto Pezzotta, finalista del Booker Prize, ci presenta tre
personaggi sull'orlo della crisi, di cui uno sull'orlo della morte. Con abile
capacità, l'autore intreccia i fili della trama, non risparmiandoci sorprese
ed un finale da fiato corto.
Miller ha mantenuto il suo consueto aplomb di giovane scrittore dall'aria molto
inglese, dallo stile raffinatissimo, sull'onda di Henry James, e dal lessico
levigato, preciso nella collocazione storica dei suoi personaggi.
"Il mio metodo di lavoro è particolarmente accurato - precisa -
scrivo e riscrivo più volte una pagina, e stesura dopo stesura, arrivo
a un linguaggio che, a volte, è anche troppo denso. A volte rasento l'eccesso,
lo so bene. Come ha detto Calvino, la prosa dovrebbe essere scritta con la stessa
attenzione della poesia ed è quello il mio obiettivo".
Nel clima di un'estate torpida e sfibrante, Alec ritorna a Brooksland, nella
casa natale per accudire Alice, la madre gravemente ammalata. Da San Francisco
verrà in seguito raggiunto dal fratello Larry, in piena caduta: matrimonio
a pezzi e carriera televisiva in rovinosa perdita.
Contemporaneamente, Lászlo Lázár - famoso scrittore profugo
ungherese, di cui Alec sta traducendo l'opera ("Ossigeno") - a Parigi
sta vivendo tragicamente il ricordo dell' invasione ungherese del 1956, ed è
tormentato da dolorosi ricordi che lo colpevolizzano.
A sottolineare il rigore storico dell'autore, va ricordato come, nel corso di
un'intervista, a proposito del momento ungherese del romanzo, ha precisato di
aver "fatto indagini in famiglia per saperne di più. E mille interviste
ad amici, a parenti, a conoscenti, e questo lavoro preparatorio - ha detto -
mi è piaciuto molto. Mi ha permesso di entrare in contatto profondo con
molte persone. Una sezione del libro parla della rivoluzione ungherese del '56
e sono stato introdotto in una piccola comunità di profughi ungheresi
approdati a Londra in quegli anni. È stata una bellissima esperienza
per me conoscerli, fare insieme con loro grandi bevute, ascoltare musica
".
Larry, Alec e Lászlo: tre destini che si incrociano e si allontanano
in un gioco coinvolgente di rimbalzi continui, atti a tener viva la palpitazione
cardiaca del lettore, ormai affezionato a questo tipo di narrazione che non
lascia spazio alla noia.
Toccante la figura femminile, sofferta di Alice la madre, che "a volte,
quando si svegliava, non ricordava subito di essere malata, e per un momento
si sentiva quasi normale. A questo proposito le veniva in mente la scena di
un vecchio film: il condannato veniva condotto fuori dalla cella per essere
fucilato, ma si fermava nel cortile per vedere se era una bella giornata, come
se e per lui avesse ancora importanza. Questione di abitudine, come il povero
birmano di cui parlava Orwell, che faceva il giro attorno ad una pozzanghera
mentre andava al patibolo. Era lei l'ultima ad andarsene?"
In Alice colpisce l'attaccamento a resistere, ancora usa il maquillage, con
ostinata femminilità ("il colore di capelli e quello del fard che
Alice si era messo sulle guance nivee a Kirsty ricordavano Bette Davis da vecchia
")
Sono proprio queste annotazioni capillari dell'autore, è questo riflettere
dentro i pensieri più sottili e l'aspetto fisico dei suoi personaggi,
a regalare una nota di verosimiglianza, tale da tirare dentro la pagina chi
la sta leggendo, in un gioco che si dilata e si complica: Miller non lega solo
i fili vitali dei suoi protagonisti, ma li annoda anche all'esterno, con noi
che "ascoltiamo" la narrazione.
Non proprio un romanzo allegro, dobbiamo dire, con la madre consapevole che
"la morte la sta prendendo un pezzo alla volta" e i figli oppressi
dal male di vivere e da dolorosi segreti, ma è l'opera di un autore che
ha voluto regalarci una tranche reale di vita possibile e nel contempo romanzesca.
Grazia Giordani