Recensioni e servizi culturali
Sicilia sconosciuta di Matteo Collura, Rizzoli
L'"ANIMA SEGRETA"
DI UNA TERRA TUTTA DA SCOPRIRE
E' una guida aggiornata con la valenza di un saggio
e la capacità di suscitare interesse di un romanzo, Sicilia sconosciuta
di Matteo Collura, uscito - fresco di stampa - per i tipi della Rizzoli. Dell'autore,
giornalista culturale del "Corriere della Sera", già conoscevamo
Associazione indigenti e Perdersi in manicomio, scritti con penna
intinta nei temi sociali, e soprattutto Il maestro di Regalpetra, l'accorata
biografia di Leonardo Sciascia. Adesso camminiamo con lui, attraverso "itinerari
insoliti e curiosi" alla ricerca dell'anima segreta, degli angoli
inediti, risparmiati dagli stereotipi di una Sicilia non "confezionata"
nei dépliant turistici. Questa infatti è la maggior cura dell'autore:
condurci nei meandri di una terra che è: "un sistema di isole contenute
in un'isola", farci penetrare nell'anima nascosta delle differenti Sicilie,
man mano che si cambia provincia, dentro quella "sorprendente varietà
di razze umane, di culture e di paesaggi che fanno di questa regione un continente
non sempre facilmente decifrabile". Nelle note introduttive Collura esorta
il viaggiatore a fare attenzione ai cambiamenti man mano che si sposta dalla
Sicilia orientale a quella occidentale e ad osservare come: "tutto cambia,
cambia la luce, cambia l'umore della campagna, cambiano le facce degli uomini
e il loro carattere. Come ebbe a rilevare Vitaliano Brancati, andando da Catania
a Palermo, da una Sicilia allegra, luminosissima, festosa, si entra in una Sicilia
cupa, amara, malinconica. E la differenza è data dal lungo perdurare,
nel centro dell'isola e nelle sue propaggini occidentali, del feudo che era
anche un modo di intendere la natura e di servirsene, modo che a Tomasi di Lampedusa
nel suo celebre romanzo suggerì un aggettivo di grande efficacia per
definire il paesaggio della Sicilia interna: "irredimibile"".
Lo splendido servizio fotografico di Giuseppe Leone è in netta sintonia
con lo spirito della parola scritta, aliena da effetti oleografici, alla ricerca
sempre del particolare curioso e mai scontato. Dopo aver vagato per le opulente
chiese e i palazzi palermitani, saremo lieti di addentrarci dentro un itinerario
"serpottiano", alla ricerca di quanto ha prodotto "il genio di
uno scultore siciliano vissuto tra il 1600 e il 1700: Giacomo Serpotta",
confortati sempre dalla voce di Collura che ci illustra in modo documentato
Storia e Mito, particolari curiosi e sapidi aneddoti, suffragati da suggestivi
squarci letterari, usciti dalle magiche penne di Pirandello, Sciascia, Tomasi
di Lampedusa, Vittorini, Brancati, Bufalino, Quasimodo, solo per citare alcuni
degli autori che coabitano in queste pagine. Non stenteremo a condividere l'interesse
di Goethe, "visitando" Villa Palagonia e respireremo a pieni polmoni
il verde conforto del bosco della Ficuzza, alla ricerca di piante ed
animali rari. Sì, perché questa guida ci porta a conoscere anche
luoghi di rara valenza ambientalistica, come "Il bosco della Miraglia",
circa a trentacinque chilometri dalla costa messinese, dove si può gustare
una pace e un paesaggio nord-europeo, dove non solo si cammina dentro una flora
montana, ma si può imbattersi nei mufloni dei Nebrodi, ormai quasi scomparsi.
Sarà suggestiva una tappa tra i pastori madoniti "per indagare sui
loro arcaici gesti e seguire, passo passo, lo svolgersi di un lavoro antico
quanto l'uomo". Nel trapanese si potrà fare ricerche sulla "isoletta
- mistero dello Stagnone", poiché in questa terra imprevedibile
incontreremo non solo isole, ma anche laghetti "fantasma". Tanto per
cambiare clima, a Mazara del Vallo incontreremo la "città più
'africana' della Sicilia"; sulla costa settentrionale di Trapani, nell'antico
e minuscolo borgo marinaro di Scopello, faremo di tutto per non lasciarci irretire
dal canto delle sirene. Nei pressi di Agrigento, a Caos, respireremo un clima
pirandelliano, in questa "oasi di quieta e aspra bellezza, un itinerario
tra i più felici che in Sicilia si possano fare", ammirando "la
campagna intorno alla casa, lo strapiombo sul mare, la luce chiarissima, l'esplodere
del verde e del giallo, quelli descritti da Pirandello in tante sue novelle,
poesie e romanzi, ma anche su alcune tele essendo stato egli anche un pittore
dagli esiti dignitosi...". Sosta d'obbligo nel "Convento del Gattopardo"
a Palma di Montechiaro, di cui Giuseppe Tomasi di Lampedusaì descrive
il mistico e raccolto fascino. E poi Racalmuto, la "Regalpetra" di
Sciascia che "in un pacifico angolo di queste campagne trascorse molta
parte del suo tempo, spesso scrivendo di uomini, cose e storie siciliane, al
punto di fare della sua isola una "metafora del mondo"".
Una delle soste più magiche sarà a Caltabellotta, "per la
sua indefinibile atmosfera di pace e d'incantamento". L'autore descrive,
con poetico cromatismo, il fascino fatato di questo paesino per lui "unico
al mondo", suscitando più che mai la curiosità del viaggiatore,
voglioso di entrare dentro la malia di questo "abitato-presepe".
Pagine di commossa valenza sociale sono quelle dedicate alle zolfare di Caltanissetta,
Enna e Agrigento da cui è dipesa la sorte dei "carusi", quei
manovali-portatori (di cui anche Pirandello parla), sinonimo di "un penoso
sfruttamento umano". Sosta a Enna che - con i suoi mille metri sul livello
del mare - è il capoluogo più elevato d'Italia. Non resteremo
certamente indifferenti allo charme "bifronte" della barocca Ragusa
(divisa in Superiore e Ibla) di cui Gesualdo Bufalino cantava "i tufi silenziosi,
e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno
sguardo nero che spia", per cui "ci vuole una certa qualità
d'anima" per comprenderla a fondo. Passando di curiosità in curiosità,
ci fermeremo ad ammirare il prodigio dei papiri che fioriscono sulle rive del
fiume Ciane, nel siracusano. Coinvolgenti suggestioni ci verranno dall'arioso
barocco catanese , con la sua via Crociferi, indimenticabile per arte e scenografia.
Scopriremo che sull'Etna e nei sui dintorni "l'inferno convive con il paradiso",
saremo immagati dall'"arazzo di fuoco" di Caltagirone. A Capo d'Orlando
ci uniremo al gruppo dei pellegrini che vanno a rendere omaggio alla memoria
di Lucio Piccolo, barone di Calanovella, uno dei poeti più raffinati
del Novecento, amato da Montale, cugino dell'autore del "Gattopardo".
Non dimenticheremo un'escursione nelle mitiche isole che fanno da corona alla
Sicilia, felici per la valenza culturale e ambientalistica del nostro insolito
viaggio, alla ricerca di una "Trinacria" sconosciuta, guidati da un
Collura che non ci ha parlato solo di bellezze spirituali, ma ha saputo farci
gustare anche prelibatezze di tavola e cantina.
Grazia Giordani