Recensioni e servizi culturali
Una vita sensata di Mary Wesley,
Corbaccio
FLORA E I SUOI TRE SPASIMANTI
Molto di rado i lettori estivi, confortati dalla frescura dell’ombrellone
o dalla quiete della campagna, amano spremersi le meningi con storie angoscianti.
Una trama movimentata in cui dentro si alternino – ben dosati –
flash conditi da quel tanto di eros che crea pizzicore, a note sentimentali,
magari un po’ dolciastre, con vicende storiche in sottofondo a dare verosimiglianza
alla narrazione, è quello che ci vuole per stuzzicare la voglia di prendere
un libro in mano ai vacanzieri, soprattutto se di sesso femminile. E Mary Wesley
pare fatta a posta per offrirci tutto questo con la sua vivace penna. Penna
che per vent’anni – dai settanta ai novanta – non ha mai deposto,
curando sempre i temi amorosi, inseriti in un quadro critico del costume e della
società contemporanea.
In un recente passato, già avevamo recensito su queste colonne Quel tipo
di ragazza e ora, sempre per i tipi della Corbaccio, con brillante traduzione
di Pier Francesco Paolini, è la volta di Una vita sensata.
Qualcuno ha detto che gli scrittori tendano a mettere nero su bianco sempre
lo stesso romanzo; uscendo dalla lettera di questa affermazione, siamo propensi
a notare il reiterarsi dei temi anche nella scrittrice inglese. Pure in questo
romanzo la protagonista è una donna col suo contorno di spasimanti. La
vediamo bambina nel 1926, in vacanza, in Bretagna, attorniata dal cicaleccio
e dal gossip di un gruppo di famiglie medio-borghesi britanniche che qui trascorrono
le loro vacanze.
La novità, questa volta, consiste nel disamore dei genitori – nei
confronti di questa incantevole Flora, non proprio un angelo nei modi e nel
linguaggio, ma resa simpatica dall’autrice per intelligente ingenuità
e fascino naturale – genitori degeneri, presi unicamente dalla passione
reciproca che non sanno in nessun modo controllare, tanto che persino durante
un picnic, a rischio di rendersi ridicoli agli occhi dei partecipanti, non dominano
la loro esuberanza amorosa.
E Flora è affidata a istitutrici che dovrebbero educarla ed è
relegata in un odioso collegio, mentre gli anni passano, il suo fascino si fa
più tentatore e tre ragazzi, in particolare, la divorano con gli occhi,
non limitandosi – a dire il vero – ai soli sguardi.
Cosmo, Hubert e Felix, “indeciso”, quest’ultimo, in quanto
a propensioni sessuali, sono il terzetto che le sbava intorno, confondendole
un po’ le idee, tanto che la ragazza pensa di essere innamorata di tutti
e tre.
Riassumendo si è giocoforza costretti a sfrondare, ragion per cui non
è possibile rendere il continuo chiacchiericcio di madri con figlie,
di figlie fra loro, il dialogo fra coniugi, lo scambio di lettere, di supposizioni,
di piccole maldicenze: nel complesso quel clima salottiero e decadente di una
società inglese abbastanza provinciale, per fortuna ormai superato agli
anni nostri.
I tre ragazzi, anche se le loro vite prenderanno direzioni diverse, resteranno
per sempre legati profondamente a Flora, pur se toccati dallo scorrere del fiume
delle loro esistenze, attraverso rivoluzioni individuali e collettive, la tragedia
della guerra, le unioni e le separazioni che attraverseranno i loro destini.
L’autrice ci offre uno spaccato di vita durato quarant’anni, venato
anche di richiami storici, visti soprattutto attraverso gli occhi di Flora –
nonostante tutto – molto sensata (come appare nel titolo del romanzo),
che quando avrà la rivelazione di non essere figlia dell’algido
padre, in quanto frutto di una distrazione della vanesia e superficialissima
madre, prende la risoluzione di vivere per conto suo e di cercarsi un lavoro,
seppur modesto, capace di darle indipendenza e soprattutto autostima.
Normalmente non anticipiamo il finale dei romanzi, ma qui – non trattandosi
di un noir e sapendo già in anticipo che la Wesley e i suoi lettori adorano
gli happy end -, possiamo già dirvi che la nostra assennata ragazza sposa
uno dei tre spasimanti, riservandovi l’unico segreto di non rivelarvi
quale: Cosmo, Hubert o Felix? Lo saprete nell’ultima pagina. E a noi sembra
proprio che abbia scelto il migliore
Grazia Giordani