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Vita di Emily Dickinson di Barbara Lanati, Feltrinelli

SOLITARIA EMILY, POETICA VOCE DELL'ENIGMA
Leggendo il saggio di Barbara Lanati sulla Vita di Emily Dickinson - pubblicato dalla Feltrinelli -, ci rafforziamo nella convinzione che in qualsiasi angolo del mondo, soprattutto ottocentesco, la vita di provincia sia trascorsa scandita dagli stessi felpati ritmi, ravvivata (o avvelenata?) dal malizioso fiore del pettegolezzo, tradotto in un "ronzio" di sussurrate voci, sia che abbia trovato radici nei salotti altolocati o nella comune vita di strada. La musica di questo bisbiglio - quasi un ronzare di vespe -, fa da sottofondo alla ricostruzione scientifica e nel contempo profondamente umana che l'autrice ci offre del vissuto dell'enigmatica poetessa, confortata anche dallo studio delle sue1775 poesie e delle 1409 lettere più epigrammi ed aforismi, di cui troviamo significative citazioni nel saggio. Sottolineiamo anche, perché - in realtà - per restaurare il "dipinto" così sfregiato da scoloriture ed abusivi ritocchi, della vita di un'artista tanto fraintesa e maleinterpretata, proprio perché misteriosa ed elusiva, sensuale , quanto mistica e blasfema, dal cervello lucente come un diamante e l'eros bivalente, e il cuore tenerissimo e l'ironia tagliente, dai versi ablativi ed ellittici e l'animo generoso, la saggista ha dovuto leggere una mole bibliografica di grande peso e dedicarsi a lavori che - "a cominciare dallo studio di George F. Wicher - sottolinea nella nota bibliografica -, raccolgono informazioni sulla vita di Emily Dickinson, sulla comunità di Amherst, sui costumi e le abitudini dell'epoca, sui riti, eventi culturali e politici di grande o all'apparenza piccola portata, che la segnano". In effetti , Barbara Lanati, (insegnante di Letteratura americana all'Università di Torino e critico letterario molto acuto che nell'86 ha pubblicato, fra l'altro, sempre per la Feltrinelli Silenzi, una raccolta di poesie della Dickinson), non solo per queste sue specialistiche letture, ma anche e soprattutto per la partecipazione creativa ed affettiva che sa metterci dentro, riesce in pieno nel compito che si è proposta, offrendoci un affresco di vita più coinvolgente di un romanzo, anche se, un uso maggiore di note a piè di pagina o a fine capitolo, avrebbe reso - a nostro avviso - più "libera" la scrittura, all'occhio del lettore.
La vita di Amherst, entro cui si svolge l'esistenza di Emily, nell'arco temporale che corre tra il 1830 e il 1886, fa da movimentato fondale allo svolgersi degli eventi Non accade nulla di eclatante, ma è il "paesaggio" interiore della poetessa - che nel '61 comincia la sua vita di reclusa - ad essere denso ed originale, perché estremamente sui generis è il suo approccio con gli altri, il suo allontanarsi e riavvicinarsi al suo prossimo, anche se solo in forma epistolare, sempre generosa, disponibile, nobile negli intenti. Homestead è la severa casa paterna, che "chiude" i giorni mortali di un'eroina nietzschianamente "al di là del bene e del male" e della sua borghese famiglia: un padre ultrasevero, comunque molto amato, che i figli non hanno mai osato baciare in vita (e a cui riserveranno questo estremo filiale omaggio solo quando giace nel feretro), una madre nevrotica e assente, a cui Emily e la sorella Lavinia dedicheranno comunque, quando sarà gravemente malata, amorevoli cure , un amatissimo fratello - Austin - che vivrà con la moglie Susan in una splendida casa - Evergreens - separata da quella paterna soltanto dal delizioso giardino lussureggiante dei profumati fiori, prediletti dalla poetessa che usa farne dono ad ospiti e amici.
L'adolescenza di Emily è chiusa dentro il "cerchio luminoso" delle sue amicizie femminili; Susan Huntington Gilbert, bella e spiritosa, anche se socialmente inferiore, coetanea di Emily - futura moglie di Austin - e grande arrampicatrice sociale, porterà forte scompiglio e tumulti di passione nella vita della nostra poetessa . Si creerà uno strano "balletto" a tre tra le due donne e Austin. "Lettere intense, eroticamente allusive, appassionate si accompagnano alla stesura dei primi componimenti poetici, alla filosofia che li sorregge. Le immagini e le metafore sembrano rimandare dalla lettera alla poesia, dalla poesia alla lettera". "Desiderio temuto e sollecitato nei versi - sottolinea la saggista -: "Notti selvagge - Notti selvagge!/Fossi con te/notti selvagge sarebbero la nostra passione"". Desiderio urlato nelle lettere: "...ho il cuore pieno di te, nessun'altro all'infuori di te nei miei pensieri...". Il matrimonio di Austin la farà sentire sola, estromessa, lonely. Sarà alla poesia, visto che Emily non ha mai tenuto un diario, che racconterà la sua sconfitta e la sua disperazione e che prenderà forma la sua filosofia del dolore e della rinuncia, visto che i suoi amori omo ed etero saranno tutti infelici. "Cuore lo dimenticheremo/Tu ed io - questa notte/Tu il calore che ti ha dato -/Io la luce...". Questo scriverà ancora Emily, mettendo a nudo il suo cuore di donna che affida al foglio la sua ansia dell'attesa, la sua voglia di darsi sottraendosi, come avverrà in tutta la sua esistenza, scrivendo le più appassionate lettere che siano mai state indirizzate ad uomini e donne. Leggendo le pagine della sua biografia, ci compenetriamo nei suoi problemi, ci sentiamo partecipi delle struggenti lettere d'amore che scriverà, ormai matura negli anni (nel '78 lei è quarantottenne e il giudice Otis P.Lord quasi coetaneo del padre - che l'aveva chiesta in matrimonio - è sessantaseienne), non possiamo restare indifferenti prima al suo entusiastico ardore ("Chiudimi in prigione dentro di te...fammi percorrere con te questo dolce labirinto che non è né Vita né Morte") e poi alla sua delusione, quando il "Signore della Morte" sottrae il futuro sposo a lei che usava anche scrivergli: "Sottrarre ciò di cui è fatta l'Estasi, non implica sottrarre l'Estasi.." E dobbiamo sottolineare, a questo proposito, che Barbara Lanati non avrebbe potuto trovare sottotitolo più indovinato alla sua opera che, appunto, L'alfabeto dell'estasi.
Emily chiuderà, cinquantaseienne, con estrema fierezza, il suo cammino mortale, stroncata dal morbo di Bright, nonché affranta da i grandi lutti che avevano colpito la sua famiglia, non ultimo quello del promesso sposo. Morirà senza gloria, senza smanie editoriali, silente e raccolta in se stessa, come era vissuta Non solo entreremo nel vissuto umano ed artistico della Dickinson, resi partecipi del suo genio artistico, delle sue estasi, dei suoi lutti, delle sue debolezze, dell'ingratitudine che incontrerà in vita, dell'avidità di danaro e gloria di chi le sopravviverà macchiandosi di infamanti processi -, leggendo la biografia della Lanati, ma condivideremo la passione della biografa, facendola nostra, quasi che un appassionato transfert, misterioso, come l'ermetica eroina abbia l'esoterico potere di farci convivere in una letteraria ed enigmatica "Circonferenza".

Grazia Giordani

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