GIORGIO GIORDANI (1905-1940)

Lo scultore Giorgio Giordani (1905-1940), dopo il diploma al Liceo Artistico bolognese e all'Accademia di Belle Arti della sua città, ottenuti con pienezza di voti, partecipa con successo alle principali esposizioni italiane e straniere. È presente con viva approvazione della critica (Ugo Ojetti, Bertocchi ecc.), alle Biennali di Venezia dove gli riservano una sala personale; alle Quadriennali di Roma, dove le sue opere riscuotono caldi consensi. Nel '37 modella un grande bassorilievo destinato al padiglione italiano della mostra mondiale di Parigi; nello stesso anno un bellissimo monumento equestre del condottiero albanese Scandenberg. Dalle sue mani sensibili ed instancabili prendono forma pregevoli ritratti, come una bella testa del pittore Bruno Saetti (amico fraterno); uno splendido ritratto della moglie Ena (La veletta); l'austero ritratto del Conte di Torino e l'altro fortemente espressivo del pittore Guelfo Gherlinzoni, ripreso poi nella grande scultura degli Alpigiani. Sottolineiamo un'affascinante galleria di teste di giovani donne sul cui volto dal forte impianto affiora una tenera malinconia; e tante aggraziate figure di fanciulle al bagno, alla fonte, singole o accoppiate e talvolta anche in gruppo, dove lo studio e la perizia si fanno via via più consistenti e preludono ad una delle opere di maggior impegno dello scultore bolognese: il grande altorilievo della Sottomissione - due metri e mezzo per cinque - esposto con successo alla XXI Biennale di Venezia. Un'opera, come tante altre, distrutta dalle bombe e di cui conserviamo solo frammenti e testimonianze fotografiche. Attorno ad alcune opere di Giordani, come per la famosa Bagnante, alita persino un piccolo “giallo”. Acquistata oltre cinquant'anni fa alla Quadriennale di Roma dall'allora Ministero dell'Industria e Commercio, la sensuale e suggestiva Bagnante in cera, a grandezza naturale, restò ermeticamente chiusa negli scantinati del Ministero. Riscoperta nel 1980 durante un sopralluogo, fu creduta opera di Manzù, tanto dolce e gentile apparve il modellato all'occhio dei funzionari. Da questa fortuita scoperta ha preso avvio il repêchage dell'artista, la cui fulgida vita operativa si riduce ad un fortunato decennio di fervida e originale produzione.


Giorgio Giordani è nato il 7 luglio 1905 a Rocca di Badolo (BO). Penultimo di quattro figli, nato da Emilio Giordani, maresciallo dei carabinieri, e da Erminia Fogacci, è culturalmente molto legato al fratello maggiore Angiolino, sensibile poeta e acuto critico d'arte. Fin dall'infanzia, il futuro scultore ha dimostrato grande propensione per le discipline artistiche. Irrequieto, vitalissimo, quattordicenne scappa di casa per raggiungere D'Annunzio a Ronchi e con lui partecipare all'impresa di Fiume. Tornato a Bologna, compie in due i quattro anni del Liceo artistico, vincendo alcune borse di studio. Disegna, dipinge e comincia a modellare sotto la guida di Ercole Drei, completando gli studi all'Accademia. Apre uno studio in Via Castiglione. Buono, bello, generoso, alieno da sentimenti d'invidia è molto amato da amici ed amiche (Saetti, Guidi, Mascellari, Minguzzi, Corazza, Bertocchi, Pizzirani, Gherlinzoni, Tomba, solo per citare alcuni fra i tanti artisti che gli furono vicini. Di lui, lo scultore Luciano Minguzzi, scriverà nel suo Uovo di gallo (Rizzoli) una testimonianza piena di commossa tenerezza, ricordando il fascino umano, oltre che artistico dell'amico fraterno, prematuramente scomparso. Lascia l'atelier di Via Castiglione per aprirne uno più vasto in Via Lame. Le prime opere di maggior impegno sono i ritratti dei genitori e soprattutto La Siesta (1930-1932). Nel '34, non ancora trentenne, lo raggiunge la fama. Invitato alla XXI Biennale di Venezia, vi partecipa con il grande gruppo scultoreo delle Danzatrici: un' opera pregiatissima di cui tutta la stampa italiana parla e che viene acquistata dalla galleria nazionale d'arte moderna di Roma, dove attualmente è esposta. L'anno successivo la Galleria d'arte moderna di Bologna acquista la Bagnante, la scultura in cera di cui più sopra abbiamo narrato la stupefacente avventurosa riscoperta. Ora la Bagnante è stata fusa in bronzo a cura della SMI di Firenze, su commissione dello stesso Ministero nei cui scantinati la statua era stata ritrovata. Nel '35 si sposa con Ena Martinelli da cui avrà l'adorata figlia Grazia divenuta, nel tempo, giornalista e scrittrice. Nel '36 Giordani modella il grande fregio che orna la facciata dell'ex Palazzo del Gas a Bologna (confluenza di via Marconi in via Bassi), di cui lo scultore Luciano Minguzzi si è occupato recentemente del restauro e ricopertura in rame. All'alba del 25 settembre 1940, Giorgio si spegne a Bologna, nella sua casa di Via Riva Reno. Pochi anni prima era scomparso, appena trentunenne, il fratello poeta e critico d'arte Angiolino. La figlia Grazia lo ricorda nel suo romanzo Hena, (Turismo&Cultura), Rovigo, 1995.